Addio alle Crode

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Ritratto di ludefra
ludefra

Ma dove è scritto che per vivere grandi avventure in montagna bisogna essere dei super-uomini dotati di forza sovrumana e di coraggio oltre ogni limite? “Addio alle crode” è proprio un esempio di bella letteratura dove viene sfatato il mito del super-alpinista e al centro vi è l'uomo di tutti i giorni con la sue paure, le sue emozioni e la sua voglia di provare i propri limiti, ma non per competizione quanto per “coscienza di sé stesso”.

In realtà il tema del libro è la narrazione di sei estati nelle Dolomiti a cavallo degli anni '30 e nelle quali l'autore scopre la montagna e l'alpinismo e se ne innamora perdutamente. L'autore del volume è Mario Salvadori, scienziato e ricercatore, che nel 1939 è stato costretto a scappare negli Stati Uniti a seguiti delle Leggi Anti razziale emanate da Mussolini. Salvadori fa parte di quel folto gruppo di “cervelli” che hanno abbandonato l'Italia nel periodo fascista a seguito della situazione che si era creata e che hanno trovato negli stati Unito il terreno dove proseguire le loro ricerche. Nel 1978 il professore Amadori decide di tornare in Italia conla moglie americana per mostrarle la terra della sua giovinezza e, naturalmente, si recano anche a Cortina, dove Amadori ha mosso i suoi primi passi di alpinista. L'occasione fa rivivere all'autore le estati passati circa mezzo secolo prima tra le guglie dolomitiche. Riaffiorano alla memoria i ricordi dei genitori, tenuti all'oscuro della sua passione per lungo tempo, del fratello, suo primo compagno di cordata, le sue prime imprese da autodidatta e le grandi amicizie con gli alpinisti più famosi del tempo come Severino Casara, Antonio Berti, il fuoriclasse [[Emilio Comici]]. Tutti ricordi bellissimi che affiorano dalle pagine del testo ricchi di emozioni, sentimenti semplici, amicizia, amori e che si concludono con l'incidente del 1932 sulla Croda dei Toni dal quale ne esce miracolosamente illeso ma che lo porterà a chiudere la sua avventura da alpinista. Quello che colpisce nel libro di Amadori è la semplicità del linguaggio e delle descrizioni ed il senso di naturalezza con cui si andava in montagna per il gusto di soddisfare una propria passione. Come siamo lontani, oggigiorno, da quello spirito puro ed indomabile, bombardati da falsi miti e da false competizioni. La montagna di Amadori è la montagna di ognuno, è il luogo in cui si incontrano gli spiriti liberi, dove ognuno dà sfogo alle proprie passioni secondo le proprie capacità. Un aspetto particolare è la descrizione della società italiana di quegli anni a cavallo delle guerre mondiali, dove emergono le differenze tra le varie classi sociali anche se poi vengono annullate dalla passione e dall'ardore giovanile. Interessanti sono le foto in bianco e nero che corredano il volume e che ritraggono un Comici sconosciuto, amante della vita all'aria aperta e dell'amicizia, così come vedere lo stile di abbigliamento degli alpinisti di allora che unisce la praticità dell'abbigliamento ad una certa ricercatezza di particolari. Non meno interessante è l'appendice curata da Gianni Battimeli “Gli alpinisti di via Panisperna” che svela la sconosciuta passione per la montagna che accomunava gli scienziati romani della cerchia del Premio Nobel Enrico Fermi, amici e colleghi di Salvadori.

Recensioni di

Luca De Franco
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Autore: 

Mario Salvadori

Collana: 

I Licheni

Anno di pubblicazione: 

2004

Lingua: 

Italiano

N° Pagine: 

118

Formato: 

15 x 20 cm

Prezzo: 

12.00€