Baita Aguc

Ritratto di Cai56
Cai56
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Difficoltà: 
T2
Quota di partenza: 
1 170 m
Quota di arrivo: 
1 876 m
Dislivello: 
900 m
Tempo di salita o complessivo*: 
4h00'

Introduzione

Gita che, benché ben segnalata, non risulta certo - a torto - molto frequentata; oltre all'ovvio aspetto panoramico (ci troviamo di fronte a tutte le Alpi Retiche dal Lago di Como all'Adamello) va notato soprattutto l'ambiente forestale di boschi umidi esposti a nord, tipico habitat degli ormai rari tetraonidi. La meta è poi un esempio, fra i più vasti, di prateria d'altra quota: un tempo sede di alpeggio e - da pochi anni - tornata a se stessa all'inselvatichimento.

Descrizione

A pochi passi dal parcheggio si inizia a salire diagonalmente a destra lungo un sentiero ripido ed evidente nel sottobosco di mirtilli; in pochi minuti si raggiunge il crinale ("Sentiero della costa") che, con pendenza regolare, alternando tratti di foresta fitta a radure, fa velocemente guadagnare quota. Si raggiungono, e oltrepassano, le pittoresche radure de "L'acqua dei camosci" e della "Scengia del pomer": quest'ultima attrezzata con un piccolo baitello-bivacco e alcune panche. A questo punto il percorso - "Sentiero Lino" - si impenna in direzione della cuspide del Pizzo Berro: le svolte si fanno frequenti e il sentiero, dopo un breve tratto attrezzato, si disimpegna fra roccette e radici di larici monumentali; un tratto con traccia poco evidente nell'erba alta conduce alla croce di vetta 1847 m. Si procede con attenzione sul versante opposto, scendendo ad una prima bocchetta del crinale sud della montagna: da qui il sentiero percorre con precisione tutto il crestone - pochi tratti esposti - fra qualche roccetta e bellissimi boschi luminosi. Dopo aver guadagnato e perso circa 200 m di quota nei numerosi saliscendi, si giunge ai vasti pascoli di Aguc e (poco distante) Vesenda.
La Baita Aguc 1876 m è aperta per emergenza, ma ben poco confortevole.
Per il ritorno, bisogna fare riferimento al lungo muro a secco posto a valle dell'alpeggio: lo si segue verso sinistra e ben presto si forma un sentiero pianeggiante da seguire con attenzione. Dopo un tratto boscoso, alla prima radura di prati abbandonati, bisogna - vaghi segni di vernice su di un sasso - scendere in verticale lungo il pascolo fino a individuare segnali sui tronchi degli alberi: qui si ritrova il sentiero che, dopo un breve tratto di bosco, raggiunge una nuova radura. Il sentiero scompare e lo si ritrova presso i ruderi di una baita, poco a valle, sulla destra; da qui, finalmente più chiaro, imbocca una diagonale verso sinistra che raggiunge la pista forestale Ronchi-Garzino, proprio nei pressi della lunghissima stalla nota come Baitone di Garzino 1488 m. Seguendo la pista verso sinistra, in circa 45 minuti, si raggiunge il parcheggio dei Ronchi.

I tempi di percorso riportati dalle paline del Parco delle Orobie Valtellinesi sono spesso totalmente avulsi dalla realtà.

Informazioni generali

Via:
Segnavia:
Tipologia percorso:
Periodo consigliato:
Esposizione al sole:
Pericolo Oggettivo:
Tratti esposti:
Attrezzatura utile:
Acqua:

Riferimenti bibliografici

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Accesso stradale

Galleria fotografica

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