Lago Chilet

Ritratto di gian
gian
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Data rilievo: 
17/10/2009
Quota di partenza: 
1 223 m
Quota di arrivo: 
2 325 m
Dislivello: 
1 002 m
Tempo di salita o complessivo*: 
3h15'
Tempo di discesa: 
2h30'

Introduzione

Un piacevole itinerario lungo una valle che non è stata ancora deturpata da strade sterrate, piste per scavatori, elettrodotti o impianti di risalita. Godetevi questo salto nel passato lungo la mulattiera percorsa da generazioni di montanari, sicuri di non trovare traccia di plastica, motori a scoppio e cemento armato. Dai 1800 metri in su nelle giornate limpide si gode di uno splendido panorama sui ghiacciai del Monte Rosa.

Descrizione

Ci si avvia lungo il sentiero che sale parallelo alla strada asfaltata, arrivati all’altezza della cappella del villaggio, che ha la facciata decorata da un gradevole affresco si gira sulla destra dirigendosi verso il bosco tra ciuffi di felci. Si incontra una prima edicola che accoglie una statua della Madonna e poco dopo il sentiero si allarga diventando una comoda mulattiera selciata. Si passa accanto ad una seconda edicola e si raggiunge la base di una vecchia frana. Un ruscello utilizzato ancor oggi per l’irrigazione dei prati scorre a fianco della mulattiera e di tanto in tanto la attraversa. Una sensazione di pace e di quiete permea questi luoghi, si sente in lontananza il mormorio del torrente mentre il silenzio del bosco e rotto solo dal cinguettare degli uccelli. Un piccolo nucleo di case, ormai quasi ridotte a ruderi, è raccolto a lato del sentiero, spicca in mezzo ad esso la caratteristica struttura in legno di un rascard.
Arrivati alla radura dove si stacca sulla sinistra il sentiero per l’alpe Trome, si prosegue dritti passando davanti ad una bella costruzione rurale realizzata in pietra a secco che si lascia sulla destra. Dopo una decina di minuti di passeggiata all’ombra rada dei larici si scavalca un ruscelletto su due lastroni di pietra, da notare, a circa un metro a valle del ponticello, alcune pietre posate di coltello che impediscono all’acqua di ruscellare lungo la mulattiera in caso di piena. Si lascia sulla destra il bivio per il Bec Monpey e poco dopo un breve tratto quasi in piano porta in vista del torrente che scorre in fondo alla gola. Si ricomincia a salire nel bosco e arrivati ad una curva vicino alle acque si nota dall’altra parte della valle, incastonato in una verde radura, un minuscolo alpeggio; subito dopo un grande larice ombreggia il sentiero, lo si supera e passando sulla la roccia levigata dall’antico ghiacciaio che copriva la valle si arriva alla grande radura dominata dalla Cresta di Voréa, dove gli splendidi pascoli sono punteggiati dai mucchi di pietre che i pastori hanno pazientemente raccolto per aumentare la superficie produttiva.
Tenendosi sulla sinistra si arriva al ponte che con due campate in legno attraversa il torrente e subito dopo si segue la traccia esile che sale sulla destra parallela al torrente, attraversa tutto il pascolo e rientra nel bosco (attenzione a non proseguire dritti lungo la traccia più marcata che termina all’alpeggio Ourty). Il sentiero sale un poco sconnesso seguendo le balze del torrente e dopo circa un quarto d’ora riacquista dignità di mulattiera, sulla destra un’enorme distesa di rododendri ricopre il pendio fino alle acque limpide che scorrono in fondo alla gola. Si continua a salire avvicinandosi al corso d’acqua fino a passargli accanto su un tratto pavimentato da grandi lastre di pietra. All’uscita della strettoia dominata da alcune rocce gigantesche si attraversa il praticello verde che copre il fondo della valle. Dopo aver attraversato il pianoro inizia il tratto di sentiero restaurato dagli operai della regione, alle spalle dei grandi massi che chiudono il fondo della conca si comincia a vedere il biancore delle nevi eterne e alla fine della ripida scaletta si percorre un tratto in piano dal quale si gode di una splendida vista sul massiccio del Monte Rosa. Dopo una decina di minuti si arriva ai 1800 metri del nucleo di Case Vecchie posto all’inizio di uno splendido vallone solcato nel mezzo dai pigri meandri del torrente. In mezzo ai ruderi una piccola edicola accoglie un’originale statua in legno.
Si supera il torrente sul ponte e dopo una breve scalinata ci si avvia lungo la traccia che attraversa i pascoli. Vicino al torrente uno spiazzo quasi in piano, con un’erbetta fine degna di un tappeto inglese, sembra in attesa di accogliere un bivacco, alcuni visitatori hanno già predisposto il cerchio di pietre e la legna per il falò. Si risale il fianco destro della valle lungo un tratto abbastanza ripido di sentiero cosparso di sfasciumi. Arrivati in vista dell’alpeggio di Case Nuove il sentiero con una brusca curva se ne allontana immergendosi nuovamente nel bosco. Si cammina in mezzo ai rododendri fioriti nell’ombra leggera dei larici fino ad arrivare ai ripidi prati a valle dell’alpeggio Perosa dove spicca sospesa tra l’azzurro del cielo e il verde dei pascoli una casetta della malga. Si attraversa il ruscello che scende a cascatelle e si prosegue nell’erba alta lungo la traccia che serpeggia sotto le baite fino ad arrivare al colletto che offre una bellissima vista sull’anfiteatro naturale della vallata. Si sale seguendo le numerose tracce che portano all’alpe Perosa dalla quale si gode uno splendido panorama sulla catena del Monte Rosa. Lasciate le stalle ci si dirige verso sud, a mezza costa, percorrendo una mulattiera ben selciata che attraversa quasi in piano la pietraia, poco a poco il sentiero si riduce ad una traccia esile che occorre seguire in direzione della croce che si nota in cima al vallone. Arrivati in vista della sella, poco sotto la croce, si seguono gli ometti e in pochi minuti, attraversato il colletto erboso, si arriva al lago.

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