Gole della Breggia

Ritratto di Cai56
Cai56
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Quota di partenza: 
250 m

Introduzione

Breve gita molto interessante per l'ambiente geologico attraversato e curiosa per l'insolita collocazione: a poche decine di metri da un noto centro commerciale alla periferia di Chiasso, e circondato da numerosi villaggi, si apre un profondo canyon. Il fiume che lo percorre, dopo aver raccolto le acque della Valle di Muggio, va a sfociare nel Lago di Como presso Cernobbio, avendo costituito per lungo tratto il confine fra Italia e Svizzera. Tutta la zona è protetta da un parco naturale di libero accesso, tuttora in delicate condizioni ecologiche per la recente dismissione di alcune attività artigianali e industriali (lasciate come memoria etnografica). Geologicamente l'interesse è massimo: la presenza di calcari selciferi, calcari argillosi ammonitici e radiolariti si alterna stratigraficamente in modo anche appariscente e scenografico. Il percorso è meritevole tutto l'anno, ma nelle stagioni fredde, quando la vegetazione si spoglia, il tutto diventa molto più apprezzabile.

Descrizione

Dal parcheggio, fiancheggiando un'ansa di derivazione della Breggia, si arriva al Centro Visitatori (Mulino del Ghitello); da qui, risalendo alcuni terrazzamenti ci si porta verso le antiche costruzioni di un cementificio, un pastificio e un birrificio: nei pressi di un ponte (Punt de la bira) si stacca un sentiero che ascende attraverso boschi cedui fino a una zona umida soprastante la cava di calcari per il cemento. Seguendo le indicazioni "Sentiero del 700°" si percorre la selvaggia e ombrosa Val da la Magna fino a ritrovarsi sul poggio di S.Pietro: ruderi di un antico castello (poca cosa) e bellissima Chiesa Rossa (pregevoli affreschi nella navata). Si prosegue presso alcuni vigneti, per poi scendere su carrareccia fino al fondo del canyon nei pressi del Punt de Canaa: qui è veramente impressionante la successione di stratificazioni attraverso cui scorre il fiume (meglio osservare il luogo dai vicini ruderi del Mulin de Canaa). Il sentiero continua nel bosco permettendo di osservare le variazioni di colore dei calcari: da bianchi si trasformano in ocra-rosso; la forra si fa strettissima (Buzun dal Diaul) e viene scavalcata dal traballante Punt dal Farugin. Sull'altra sponda il sentiero, a strettissimi tornanti ben protetti da corrimano, torna quasi a livello delle acque, mantenendosi parallelo lungo alcune passerelle apposte alla parete rocciosa (fossilifera). Da qui si va a raggiungere la struttura dismessa del moderno cementificio e lungo una strada asfaltata ci si ritrova a raggiungere il percorso di andata al Punt de la bira. Da qui, in breve al Mulino del Ghitello.

Presso il Centro Visitatori vengono distribuite utili cartine schematiche che illustrano il sentiero principale e le molteplici possibili varianti.

Autore

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