Il colle della Galisia, teatro dell'azione raccontata in questo breve ma avvincente libro, si trova proprio alla chiusura della Valle di Locana, sul lato piemontese del Parco del Gran Paradiso. A chi supera Ceresole Reale, magari con l'intento di salire al colle del Nivolé (classica meta da gita domenicale) il Galisia apparirà sulla cresta di sinistra, di poco sotto la punta omonima. Oltre l'orizzonte vi è la Francia, e più precisamente il Parco Nazionale della Vanoise, nella Val d'Isère.

In una bella giornata d'estate vale la pena farci una bella escursione, anche se i 600 m di dislivello che separano il rifugio Pian della Ballotta dai 3002 m del colle restano ripidi e consigliabili ai buoni camminatori.
Nel novembre del 1944 lo scenario è di tutt'altro aspetto: l'inverno è già arrivato e con una forza rara. E in più c'è la guerra, che sovente scrive proprio in quel periodo alcune delle sue pagine più tremende: forze di occupazione sempre più disperate e violente da una parte, partigiani sempre più audaci dall'altra, e, fra i due campi, i civili, sovente eroici nell'aiutare i resistenti, talvolta vittime di rappresaglie mai dimenticate, altre volte invece pericolosi doppiogiochisti.
Un micidiale cocktail di circostanze costringe una quarantina di soldati inglesi ed alcuni partigiani a forzare il passo durante una bufera. L'esito della missione è noto a tutti, dato che si tratta di una storia tragicamente vera: 41 morti travolti dalle slavine e da un destino beffardo.
L'opera degli autori è proposta in chiave letteraria e non storiografica, ciò ne fa una lettura facile ed avvincente, adatta a tutti. Proprio per questo motivo non ne anticipiamo nessun dettaglio se non il già accennato epilogo, che proprio non si può nascondere: infatti il fatto costituisce la più grande tragedia di montagna avvenuta sulle Alpi nel periodo del secondo conflitto mondiale.
Guido Novaria e Giampiero Paviolo, giornalisti de La Stampa, hanno ricostruito e ricomposto molti tasselli di una vicenda che ancora oggi non possiamo considerare completamente chiarita, né lo sarà mai, dato che il tempo ha già rapito i pochi testimoni, i quali a loro volta non erano mai stati in grado di fornire delle spiegazioni a tutti i perché.