Parco Nazionale Gran Paradiso

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Le recenti nevicate che hanno interessato le cinque valli del [[Parco Nazionale Gran Paradiso]], oltre a causare forti disagi per la popolazione, mettono a serio rischio la sopravvivenza di un’elevata percentuale di animali dell’area protetta. Ad essere colpiti saranno soprattutto gli erbivori, e quindi caprioli, camosci e stambecchi, che si troveranno nell’impossibilità di trovare cibo in quota e saranno così costretti a scendere nei fondovalle.

Un altro forte pericolo deriva dalle valanghe: anche gli ungulati di montagna, in particolare i soggetti giovani e inesperti o i più deboli, possono essere vittime di slavine soprattutto perché i siti di svernamento migliori sono quelli dove la neve scivola via prima. Il probabile incremento della mortalità invernale della fauna, dovuta alle eccezionali nevicate di quest’anno, non fa che aumentare la preoccupazione di ulteriori perdite numeriche, oltre a quelle già registrate negli ultimi censimenti.
Chi visita l’area protetta in questo periodo non si stupisca di trovare animali in difficoltà nei fondovalle, l’invito del veterinario del Parco, Bruno Bassano, è quello di: “non disturbarli e cercare di non interagire, ad esempio dando loro da mangiare, perché questo non li aiuterebbe. Anche se può sembrare crudele bisogna accettare questa forma di selezione naturale, in ogni caso vigileremo sugli animali, recuperando i soggetti in difficoltà, adulti, vecchi o i capretti che hanno perso le madri, ma questo è un compito che spetta al Parco”.
In un ambiente protetto infatti, gli unici fattori di regolazione delle popolazioni animali selvatiche sono rappresentati proprio dalla riduzione stagionale degli alimenti, dai predatori e dalle malattie. In poche parole, ogni volta che abituiamo un animale ad alimentarsi col nostro cibo facciamo del “bene” all’individuo singolo ma andiamo contro i meccanismi della selezione naturale. Dunque volpi, stambecchi, camosci, etc. non devono ricevere il nostro aiuto se non in particolari circostanze, decise per un fine di conservazione.

Per informazioni
Dott. Bruno Bassano – Responsabile Servizio Scientifico