Jean-Joseph Maquignaz

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La carriera di alpinista di Jean-Joseph Maquignaz ha un inizio eclatante: è infatti un componente della squadra di Jean-Antoine Carrel, impegnata a trovare una via italiana al Cervino, in competizione con l'inglese Edward Whymper, che invece insegue la prima ascensione assoluta.Il Maquignaz, di mestiere muratore, è apprezzato soprattutto come scalpellino, infatti gli viene affidato l'incarico di infiggere dei fittoni di ferro nella roccia, per attrezzare la parete in vista delle successive cordate, in particolare quelle già previste di Felice Giordano e di Quintino Sella. Il 14 luglio 1865 dunque, c'è anche lui ad osservare con grande scoramento i celeberrimi pantaloni bianchi dell'inglese spiccare sulla vetta tanto ambita. Si ritira sconfitto con i compagni, ma probabilmente esprime anche qualche critica sulla gestione della squadra: infatti rinuncia alla simbolica rivincita di tre giorni dopo, quando Jean-Antoine Carrel porta a termine la prima italiana del Cervino.Ormai però Jean-Joseph Maquignaz è "uno del giro" e le sue innate doti di arrampicatore gli procurano subito diversi clienti: lo stesso Carrel collabora talvolta con lui, malgrado i loro caratteri forti e ruvidi non siano facilmente compatibili.Il palmarès del Maquignaz conta ben 33 nuove vie, tra cui è bene ricordare la "correzione" che apporta nel 1867 alla via aperta dal Carrel: essa infatti prevedeva, poco prima della vetta, uno sconfinamento sul versante svizzero di Zmutt; egli invece trova un passaggio interamente in territorio italiano, che ancora oggi viene abitualmente seguito.Tra i suoi clienti figurano i nomi prestigiosi di John Tyndall, Felice Giordano e tutti i nuovi rampolli della famiglia Sella: Alessandro, Corradino, Gaudenzio e Vittorio.Il coronamento della sua carriera, che gli vale imperitura fama, è la conquista del Dente del Gigante, il 28 luglio 1882, alla testa di una cordata "di famiglia" composta da suo figlio Baptiste e da suo nipote Daniel. Il giorno successivo fanno il bis, ma in compagnia di una folta delegazione della famiglia Sella.Il Maquignaz è inoltre un precursore dell'alpinismo invernale, conta infatti diverse prime "fuori stagione": la Punta Dufour, il Gran Paradiso (entrambe con Vittorio Sella), e la traversata del Monte Bianco, nel 1888, a quasi 60 anni.Nell'agosto del 1890 scompare letteralmente mentre affronta la cresta di Bionassay del Monte Bianco; con lui periscono senza lasciare traccia Antonio Castagneri, guida di Balme ed il cliente, il conte Umberto Scarampi di Villanova. Un commosso ricordo di questa sfortunata cordata si trova nel volume Il Cervino di Guido Rey, che racconta il loro incontro a Châtillon, mentre si accingevano a prendere la strada di Courmayeur.