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Val Veny

ivano_ruffoni

A cura di:

Ultimo rilievo: 28/08/2004
Difficoltà
T2
Lunghezza
0.00 Km
Quota di partenza
1659 m
Altezza di arrivo
1659 m
Dislivello positivo
1099 m
Tempo di andata
05h00'
Tempo di ritorno
03h00'
Periodo consigliato

Introduzione

L'itinerario offre un percorso tra suggestivi panorami del Monte Bianco e dei suoi ghiacciai. 

Descrizione

Si procede sulla strada asfaltata che, dopo aver percorso due tornanti, costeggia, sulla destra, la base della morena del ghiacciao del Miage e giunge al ponte di Combal (2020m) (dove sono visibili i resti di una vecchia diga usata a scopi militari per ostacolare le invasioni francesi). Si oltrepassa il ponte e, subito dopo, a sinistra si stacca un ripido sentiero, segnavia 9 , che conduce in breve all'Arp Vieille Inferiore (2073m). Si continua sul sentiero fino a giungere ad un bivio dove si segue la traccia di destra, segnavia 9 . Si prosegue verso il canalone di ghiaia e rocce rotte prestando attenzione ai tratti dove la traccia del sentiero è parzialmente franata. A tratti conviene fermarsi ed osservare verso Nord il magnifico panorama sulla catena del Monte Bianco e sul lago ed il ghiacciaio del Miage.

La salita nella parte finale è molto ripida e conduce alla cima tondeggiante del Monte Fortin (2758m) dove si trovano i resti di un ricovero militare. Dalla cima, aiutati da una postazione di osservazione ivi installata, si possono individuare ed osservare molte vette del gruppo del Bianco (a Nord), Les Grandes Jorasses (a Nord Nord-Est) e, in condizioni di buona visibilità, il Grand Combin (a Nord-Est). Si procede ora verso Sud-Ovest, a mezza costa, su un sentiero erboso che lambisce parecchi laghetti distesi fra il Monte Fortin ed il Monte Percé fino a raggiungere la sterrata del Vallone des Chavannes. Quasi in piano si giunge al Col des Chavannes (2603m) da cui si gode di un altro magnifico belvedere sulle Pyramides Calcaires, l'Aiguille des Glaciers, l'Aiguille de Trèlatête, il Monte Bianco, l'Aiguille Noire de Peutérey e via via tutte le vette verso Nord-Est fino a dove la visibilità lo consente. Si procede ora verso Ovest (volendo si può scendere per l'Alta Via 2 2 direttamente al Vallone de la Lex Blanche) sotto le pendici Nord del Monte Lechaud.

Nella parte iniziale in sentiero è molto scivoloso (prestare ancora più attenzione in caso di neve) ed a tratti ben indicato solo da ometti di pietra. Si giunge ad un salto erboso e, quasi in piano, la traccia conduce in prossimità di un rudere dove si incrocia il sentiero che sale dal Vallone de la Lex Blanche. Pochi minuti e si è al Col de la Seigne (2512m) dove è posto un cippo di confine fra Italia e Francia ed un grosso ometto di pietra (visibile addirittura dal ponte di Combal). Anche qui il panorama si stende su tutta la catena del Monte Bianco e, in lontananza, è di nuovo visibile, in buone condizioni meteo, il Grand Combin. La discesa si effettua lungo il sentiero che porta verso una caserma in rovina e poi all'Alpe Superiore de la Lex Blanche (2282m). La sterrata costeggia ora le pareti Sud-Est delle Pyramides Calcaires e conduce all'Alpe Inferiore de la Lex Blanche (2156m), poco sotto il Rifugio Elisabetta Soldini (2200m). Si scende con alcune svolte lungo la sterrata fino ad arrivare alla piana del Lago di Combal. Ammirare a sinistra, direzione Nord-Ovest, l'imponente e magnifico ghiacciao de la Lex Blanche. Dopo un paio di chilometri nell'acquitrino del Lago di Combal si è di nuovo al ponte di Combal. Si consiglia, a sinistra, una breve salita al Lago del Miage. Alcuni cartelli ricordano di non avvicinarsi troppo alle sue sponde poichè a causa di improvvisi crolli di pietre e ghiaccio dalla seraccata Nord si possono generare onde anomale molto pericolose. Si ridiscende al ponte di Combal e si continua sulla sterrata che conduce alla sbarra da dove è iniziata la nostra escursione. 

Galleria fotografica

© 2021 - Ivano Ruffoni
© 2008 - Ivano Ruffoni
© 2008 - Ivano Ruffoni
© 2008 - Ivano Ruffoni
© 2008 - Ivano Ruffoni
© 2008 - Ivano Ruffoni
© 2008 - Ivano Ruffoni
© 2008 - Ivano Ruffoni
© 2008 - Ivano Ruffoni
© 2008 - Ivano Ruffoni
© 2008 - Ivano Ruffoni
© 2008 - Ivano Ruffoni
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Ci siamo stati