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Val Fabiolo: giro orientale

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Ultimo rilievo: 04/09/2008
Difficoltà
T2
Lunghezza
0.00 Km
Quota di partenza
265 m
Altezza di arrivo
1100 m
Dislivello positivo
835 m
Dislivello negativo
835 m
Tempo di andata
02h45'
Tempo di ritorno
02h00'
Periodo consigliato
Esposizione
E W S N NW NE SE SW NNE ENE ESE SSE SSW WSW WNW NNW

Accesso

Da Milano ad Ardenno (SO) lungo le statali SS36 e SS38; poco dopo la stazione ferroviaria, a destra con passaggio a livello, si imbocca il rettilineo che, varcato l'Adda, arriva a Sirta (frazione del comune di Fòrcola). Si risalgono le strette vie del paese fino a trovare parcheggio nei pressi di chiesa e municipio.

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Introduzione

L'escursione, cui si accennava nell'omologa "Val Fabiolo - giro occidentale" (vedi) è poco conosciuta dai turisti non locali. Anche qui l'interesse è naturalistico ed etnografico, con passaggio attraverso centri meno isolati e più "ricchi", con antiche chiese affrescate e case a più piani. Purtroppo tutto quanto descritto e visibile del fondovalle della Val Fabiolo da luglio 2008 non esiste più: l'alluvione ha asportato i boschi di riva, la mulattiera secolare e tre dei quattro ponti. Passare non è difficile: è sufficiente destreggiarsi fra i sassi e i tronchi divelti; fare solo attenzione alle frane di versante ancora attive. E' curioso notare un particolare: fra le migliaia di metri cubi di detrito smossi dalla piena del torrente lungo l'intera valle, nessun sasso appare spigoloso: sono tutti ciottoli - dai pochi centimetri a poco oltre il metro - tutti probabilmente smussati nei secoli da piene analoghe.

Descrizione

0h00' Dalla chiesa, lungo la salita a fianco della Latteria Sociale, si va ad imboccare - verso destra - la mulattiera della Val Fabiolo; si risale la sponda boscosa piuttosto ripida sfruttando anche cenge e gradinate appositamente scavate nella roccia. Cappelle ("cincet") e piccoli tabernacoli nascosti in nicchie rocciose testimoniano di un passaggio secolare che facile non deve essere mai stato. Guadagnata quota, con breve discesa si svolta uno sperone e si entra nella valle vera e propria. Quando il sentiero si porta al livello del torrente si comincia ad avere visione del disastro alluvionale: la bellissima mulattiera si interrompe di netto e diventa necessario cercarsi il passaggio fra i sassi. Si prosegue in questo modo per oltre un'ora, e l'occhio esperto dei luoghi sa riconoscere a malapena i posti dove si appoggiavano i ponti, il bivio per Alfaedo e quello per Sostìla. Poi, dove la valle è più stretta, si passa verso sinistra in un bosco risparmiato dalle acque e si cerca un sentiero che si stacca verso monte tornando inizialmente verso la direzione da cui proveniamo. Attraversate alcune paleofrane, si comincia a salire molto ripidamente su un antico sentiero spesso intagliato nella roccia e protetto a valle. Notare sulle chiome dei numerosi Pini silvestri inavvicinabili sullo strapiombo l'abbondante presenza di vischio. In breve si giunge sui prati della Motta (La muta) 934m con le sue poche baite. Da qui il sentiero, che diventa segnalato a vernice, si impenna ulteriormente e, su terreno arido e assolato, raggiunge un crinale roccioso in vista della Valtellina; seguendo le poche tracce fra gli affioramenti rocciosi l'ambiente cambia completamente e ci si trova in una conca verde ed erbosa circondata da un muro a secco con al centro una curiosa baita cilindrica: Prà Bramusòi 1089m. Si prosegue in salita per pochi minuti e ci si trova a percorrere un corridoio fra due alture, che ci porta a divallare sul versante valtellinese. La discesa è molto malagevole e da percorrere con la massima attenzione: si procede fra i massi ormai completamente muschiosi di antiche frane, talora con esposizione su rocce a picco. Ben prestosi raggiungono le baite restaurate di Ronco ("Runch") 894m e con un sentiero invaso dalla vegetazione ci si dirige verso il visibile abitato di Alfaedo 803m. E' interessante passeggiare negli stretti vicoli fino a raggiungere la chiesa parrocchiale e la contigua cappella del diciassettesimo secolo, ambedue dedicate a S.Gottardo. Tornati sui nostri passi, a fianco della gora di un mulino non più esistente, si perde quota su una bellissima mulattiera acciottolata e fiancheggiata da muri a secco ("risc"), si sfioranole poche baite di Foppa ("Fopa") 692m e, dopo un castagneto da poco abbattuto, le case di Livisolo ("Livisöol") 461m. Il tracciato torna sul versante della Val Fabiolo e con stretti tornanti sassosi va a fiancheggiare la palestra di roccia della "Caurga" (luogo storico per l'arrampicata valtellinese nei primi anni '70, ma sempre attuale e frequentata). In pochi passi si è di nuovo alla Sirta, davanti alla Latteria Sociale ed al parcheggio. E' possibile unire le due escursioni in un unico giro per una durata di circa 6 ore. 


Informazioni generali
Tipologia percorso: circolare
Periodo consigliato: aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre
Esposizione al sole: nord

Ci siamo stati