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Tête d’Arietta, da Lillaz

giancarloberetta

A cura di:

Ultimo rilievo: 13/09/2008
Difficoltà
T3
Lunghezza
0.00 Km
Quota di partenza
1614 m
Altezza di arrivo
2988 m
Dislivello positivo
1374 m
Tempo di andata
05h00'
Tempo di ritorno
03h30'
Periodo consigliato

Accesso

All'uscita dello svincolo autostradale A5 di Aosta Ovest, svoltare a destra e imboccare la strada regionale SR 47 per la valle di Cogne. Attraversare l'abitato di Aymavilles e, dopo 1,3 chilometri, alla rotonda prendere la seconda uscita. Risalire la strada regionale per 19 chilometri, superando i villaggi di Vieyes, Epinel e Crétaz, sino a raggiungere una rotonda: prendere la seconda uscita seguendo le indicazioni per Lillaz. Continuare sulla strada comunale per circa un chilometro fino a incontrare una nuova rotonda; proseguire dritti per altri 1,8 chilometri sino a raggiungere l'ampio parcheggio  🅿️ di Lillaz composto da tre sezioni: i parcheggi più vicini alla partenza dei sentieri sono a pagamento, quelli centrali sono gratuiti i più lontani sono dedicati ai camper.

[0h32'] - [24,0km]
Come arrivarci con GMAPS
Come arrivarci con Mappe Apple

Le indicazioni fornite sono state verificate con attenzione alla data di rilevamento dell'itinerario. Tuttavia, si consiglia vivamente di controllare eventuali variazioni intervenute successivamente, soprattutto riguardo al percorso di accesso al punto di partenza. Prima di intraprendere il viaggio, è opportuno consultare strumenti di navigazione aggiornati per ottenere indicazioni stradali precise e attuali. Raccomandiamo l'utilizzo di app per la navigazione satellitare, come Google Maps o Apple Maps, per garantire la massima accuratezza e sicurezza del tragitto.

Introduzione

La cima si trova tra la Tête de la Nouva e la Punta Miserino sulla testata del vallone della Nouva sul confine tra la valle d’Aosta ed il Piemonte. Questa salita, una volta lasciato il frequentato vallone dell’Urtier, ci fa scoprire angoli remoti con ambienti severi e solitari: facile sino alla zona morenica ed impegnativa oltre. I pochi nevai che si trovano nella parte alta del vallone non sono altro che i residui di un vecchio ghiacciaio oramai quasi inesistente. La vista dalla vetta consente di ammirare verso Sud il comprensorio di Campiglia e verso Nord le cime della zona orientale del Parco del Gran Paradiso con le vicine Tour Ponton e Tersiva. Nei prati in alta quota è altresì facile vedere qualche marmotta correre sull’erba e qualche camoscio pascolare liberamente.

Descrizione

Dal parcheggio ci si dirige verso il grande pannello turistico e le numerose paline degli itinerari e si prosegue sulla strada alla sinistra sino ad una casa con vicino una scalinata di pietre e le paline di partenza dell’itinerario. Risalita la scalinata si prosegue sul comodo sentiero, tralasciando le deviazioni per le cascate e per la palestra di roccia, che lambisce una stradina asfaltata e si dirige verso la sommità di una evidente condotta dell’acqua. Dopo questo tratto in salita si prosegue, senza guadagnare quota, con qualche saliscendi per passare accanto ad una cappelletta votiva e, poco oltre, passando accanto ad un muretto, si attraversano i verdi pascoli sotto all’alpeggio di Goilles dessus che precedono di poco Goilles desot. Si cammina ancora per poco in piano giungendo nei pressi di una piccola diga dove si attraversa il torrente d’Urtier su di un ponte e si risale senza eccessiva pendenza il bosco di rododendri e conifere sino ad una quota di 2150 m dove si trova un bivio: si lascia a destra il sentiero per Bardoney e si cammina in leggera discesa per attraversare un paio di torrentelli e risalire sul versante opposto dove si trova il casotto del P.N.G.P. di Teppe Lunghe (2156 m). Dopo aver contornato in leggera salita il promontorio erboso con il bosco che ormai si va diradando si inizia un lungo traverso a mezza costa verso Est che ci fa addentrare nel verde vallone dell’Urtier dove alla sua testata si vede l’ampia depressione della Finestra di Champorcher. Si incontrano due deviazioni sulla destra che si tralasciano per proseguire sempre diritto e si supera, dopo aver attraversato un torrentello, anche la successiva deviazione sulla sinistra per l’alpeggio di Broillot. Camminando sul sentiero che compie qualche saliscendi per oltrepassare alcuni dossi erbosi, si arriva alla biforcazione che finalmente ci consente, svoltando a destra, di avvicinarci alla nostra meta. Ora il sentiero prosegue, sempre ben segnalato, innalzandosi con ampie svolte che seguono a tratti il percorso di un’antica strada di caccia e, con tornanti sempre senza eccessiva pendenza, ci si addentra nel vallone vedendo sul fondo di esso lo stretto intaglio del colle dell’Arietta con alla destra la vetta meta dell’escursione. Dopo aver superato e lasciato alla destra un altro sentiero si cammina sino al termine del terreno erboso e dove inizia il tratto di morene e sfasciumi; la traccia compie un traverso a mezza costa in salita per contornare una prima barriera morenica di pietre e terriccio un po’ scivoloso e poi dirigersi direttamente verso il colle. Con tornanti che diventano sempre più ripidi ci si avvicina, seguendo qualche bollo giallo ed ometti di pietra, alla bastionata rocciosa strapiombante posta a sinistra (salendo) dove può essere presente qualche nevaio anche a stagione avanzata; la traccia, ora molto ripida e scivolosa, costeggia la base della bastionata e dopo un ultimo strappo si raggiunge il colle dell’Arietta dove, oltre alla classica targhetta, si trova un treppiede con una campanella ed una targa in onore di San Besso. 

Dal colle parte sulla destra una piccola traccia che scompare subito e si percorre, su massi più o meno stabili, il primo breve esile tratto di cresta che raggiunge un ometto di pietre posto sull’anticima. Si avanza sulla dorsale, ora più larga, salendo sempre su rocce rotte e grossi massi, prevalentemente sul versante valdostano; si arriva sopra un piccolo colletto di fini detriti appena sotto la cima che si raggiunge dopo aver superato alcune lastre rocciose inclinate (prestare attenzione se bagnate). Sulla poco spaziosa vetta si trova un ometto di pietre.

Note

Quando si arriva nel vallone si possono vedere sui massi al centro di esso alcuni sbiaditi bolli gialli ed ometti di pietre che però è sconsigliato seguire perché portano proprio sotto la verticale del colle dove vi sono sfasciumi molto ripidi e dove vi è anche il pericolo di caduta di qualche sasso. 

Galleria fotografica

© 2021 - Giancarlo Beretta
© 2008 - Giancarlo Beretta
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