Rocche del Reopasso, da Camarza
Accesso
Dall'autostrada Milano-Genova si esce a Ronco Scrivia, si torna indiero entrando in paese e si gira a destra passando sotto la ferrovia e l'autostrada in direzione di Pietrafraccia. Da qui si segue in salita la strada accidentata per Bastia (dove si può lasciare una automobile per il ritorno) quindi si prosegue per Semino e Camarza. Parcheggio all'inizio del sentiero.
Introduzione
Le Rocche del Reopasso fanno parte, come tantissimi altri itinerari, di quell'arco appenninico di confine tra le province di Genova, Alessandria e, andando verso est, Pavia e Piacenza. Itinerari che una volta costituivano una trafficata e fitta rete viaria dove passavano le varie Vie del Sale che congiungevano la Pianura Padana al mare. Con l'avvento delle strade, ed in particolare dell'autostrada, il territorio ha subito un progressivo oblio diventando estraneo agli occhi di chi lo attraversa frettolosamente con l'automobile. Ma sono sufficienti i 5 chilometri dal casello di Ronco Scrivia fino a Bastia per entrare in un altro mondo fatto di cascine, mulattiere e palazzi storici.
Descrizione
Dal parcheggio di Camarza, dove c'è un pannello segnaletico del percorso, si entra in paese seguendo i bolli geometrici della F.I.E., ci accompagnerà in questo tratto un rombo giallo pieno. Poche centinaia di metri e si lascia la strada asfaltata per passare tra due formazioni di conglomerato che segnano l'inizio vero e proprio dell'itinerario. Si prosegue brevemente per la strada bianca facendo attenzione ad un bivio a sinistra, indicato, che ci immette su un sentiero panoramico sopra Camarza che piano piano ci fa guadagnare quota nel fitto bosco di castagno. I segni sono sempre presenti anche se a volte la traccia non è evidente soprattutto per le varie altre tracce lasciate dai cinghiali numerosi in questa zona. Arrivati sulla dorsale si piega decisamente a sinistra in direzione delle Rocche vere e proprie. Sotto le Rocche si incontra un bivio, a destra si scende, con un tratto attrezzato impegnativo, verso le pareti di arrampicata e la val Vobbia, a sinistra il nostro itinerario che cambia simbolo geometrico, due X. Prima però merita la salita in cima alla Rocca. E' un tratto escursionisticamente parlando impegnativo per l'esposizione e per il fondo roccioso. Da fare solo con il tempo bello ed il piede sicuro. Ripreso il nostro itinerario (a cui ci si potrebbe ricongiungere anche dalla cima facendo un tratto verso ovest e scendendo per una traccia indicata, sconsigliato) si attraversa tutto il versante sud della dorsale in un alternarsi di macchie boschive e canali alcuni dei quali meritano particolare attenzione per l'esposizione. Poco dopo si esce su una comoda strada bianca che in dolce pendenza scende in direzione di Minceto (raramente si incontrano dei cartelli, più frequentemente i bolli). Dopo circa un'ora di cammino dal bivio delle Rocche si arriva alla deviazione per Bastia, si inizia quindi a scendere sulla sinistra seguendo il simbolo di tre palline piene. Anche questo è un tratto dove facilmente si possono incontrare i cinghiali. Sempre seguendo i bolli in discesa, a tratti marcata a tratti no, si arriva al borgo di Bastia. Non resta che andare a recuperare l'auto.
Cartografia
- "Il Parco Naturale del Monte Antola", scala 1:30.000, FIE