Rifugio Carlo Emilio, da Olmo
Introduzione
Si sale alla diga del Truzzo, sotto il pizzo Quadro.
Descrizione
Seguendo le indicazioni si entra nella valle del Drogo che nel bosco, non ci porta nel deserto dei Tartari (Buzzati frequentava la val Chiavenna, forse da qui ha preso il nome per il suo tenente) ma a Sant'Antonio (1200m), e ad un bivio, a sinistra per il colle di Lendine (confine svizzero) a destra per il Truzzo e il rifugio. La mulattiera, ben lastricata supera ora con comodi tornanti un bosco pieno di ginestre, prosegue per un cengione comodo e largo che passa sotto una cascata dove alcune funi metalliche facilitano il transito in caso di ghiaccio, raggiunge la Curt de Lavazz dove "Lavazz" è il rabarbaro alpino. In una delle baite che si incontrano, nelle domeniche estive e in agosto fanno da mangiare e vendono prodotti locali. Si riprende a salire con tornanti per giungere nei pressi delle case di servizio della diga, dove arriva anche un altro sentiero detto della "camoscera" che proviene dalla parte più alta di San Bernardo. Alcuni gradini portano alla diga, 2090m. Per il rifugio ci vuole ancora più di mezzora. La si percorre, si traversa un pendio che delimita una conca che da sul lago, si superano due mammelloni (bella veduta sui Caürgh, parola che significa "fessura incassata nella roccia", e sulle due torri dai nomi suggestivi di Ometto e di Aquila Verde) e si arriva in vista del lago Nero, da dove si scorge il rifugio che si raggiunge seguendo le segnalazioni sulla sponda orientale del lago. Prevedere ore 3h30'. Il rifugio, del CAI di Como, è sempre chiuso, per le chiavi bisogna chiedere da qualche parte. Galleria fotografica