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Pizzo Meriggio, da Campelli

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A cura di:

Ultimo rilievo: 06/07/2008
Difficoltà
T2
Lunghezza
10.00 Km
Quota di partenza
1271 m
Altezza di arrivo
2358 m
Dislivello positivo
1087 m
Tempo di andata
03h00'
Tempo di ritorno
03h00'
Periodo consigliato

Accesso

Da Milano a Sondrio lungo le statali 36 e 38. All'ingresso della città si imbocca la tangenziale in direzione Bormio - Confine di Stato, ma presto la si lascia, in corrispondenza dell'uscita per Albosaggia. Con qualche tornante si raggiunge il paese orobico e, cercando le indicazioni, si prosegue per Campelli. Il percorso è abbastanza lungo, risalendo le pendici boscose fra i maggenghi, ma alla fine si raggiungono i parcheggi in corrispondenza delle Porte del Parco delle Orobie Valtellinesi.

Come arrivarci con GMaps

Introduzione

Gita ben più famosa come sci-alpinistica (pochi lombardi non hanno imparato qui le tecniche di salita con le pelli e la discesa in terreno non battuto), ma valida anche a piedi, sia per l'ambiente, sia per il panorama veramente unico. L'anello descritto porta a visitare due valli orobiche poco conosciute dai turisti e, pur dovendo usufruire di piste forestali aperte recentemente, è molto significativo anche dal punto di vista botanico.

Descrizione

Lasciata l'auto ai Campelli, attualmente maggengo residenziale con baite ristrutturate, si incominciano a risalire gli ampi prati in direzione della visibile vetta: in questo modo si stanno ripercorrendo le tracce di una vecchia pista da sci, man mano sempre più inglobata dagli ontani. Quando la salita tende ad aumentare bruscamente, si trova sulla sinistra la traccia della mulattiera che conduceva agli alpeggi: seguendola a lungo, attraversata dai tornanti della recente pista forestale, si risale la spalla boscosa fra larici e rododendri fino ad affacciarsi sulla Val Venina. Il panorama si spinge sopra i Laghi di Scais e di Venina fino alle vette orobiche culminanti: Pizzo di Coca, Pizzo Redorta e Cima di Scais. Ben presto si arriva fra i pascoli al Baitone della Piada 2107m (Baita Meriggio sulle carte); da qui si segue il crestone brullo fino alla croce di vetta del Pizzo Meriggio 2358m.
In direzione ovest è visibile anche il solco della Valle del Livrio, ma la vista è attratta quasi esclusivamente dal panorama a nord e nord-est: dal gruppo del Disgrazia, al Bernina, all'Ortles a all'Adamello. Per la discesa è conveniente evitare il ripetersi del tracciato di salita e dirigersi - con ben poche tracce di passaggio - lungo il crestone nord-est, a vista verso i Laghi delle Zocche: giunti al Passo della Portorella 2123m, si scende a sinistra in un canalone piuttosto impervio e franoso, che in breve conduce al primo lago. Qui nei pressi, si rinvengono alcune segnalazioni che inviano verso il Rifugio del Lago della Casera lungo una pista forestale: il Lago è molto suggestivo e vale una deviazione, ma la nostra traccia - al primo bivio - è verso destra, sempre su pista. La si segue molto lungamente, a saliscendi anche marcati; si evita di risalire inutilmente all'Alpe Meriggio 2003m, e si prosegue in direzione est attraversando alla base la piramide del Pizzo Meriggio. Alla fine del tracciato si va a confluire nella pista di salita, che conviene ignorare a favore del percorso acciottolato storico, e in breve ci si ritrova al parcheggio. Utile memorizzare visivamente punti di riferimento (baite, steccati, ecc.) per orientarsi nella discesa sui Campelli.

Ci siamo stati

ermanno

A cura di:

Pizzo Meriggio, da Campelli
domenica 16 giugno 2024

Pizzo Meriggio

salita faticosa, pochi tratti relativamente piani. Tratti molto ripidi, evitabili percorrendo la lunga strada poderale. Grande soddisfazione all'uscita del bosco, sulla dorsale. La strada di accesso al parcheggio era in condizioni terribili, ghiaccio vivo. Nessun tipo di manutenzione. Grossi problemi con le gomme termiche. Diversi chilometri di brivido. Consiglio il montaggio delle catene o una 4x4, adeguatamente gommata.
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