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Pizzo dei tre Signori, Via del Caminetto

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A cura di:

Ultimo rilievo: 09/06/2012
Difficoltà
T3
Lunghezza
0.00 Km
Quota di partenza
800 m
Altezza di arrivo
2554 m
Dislivello positivo
1754 m
Tempo di andata
06h00'
Tempo di ritorno
04h30'
Periodo consigliato

Introduzione

Il pizzo dei tre Signori è la montagna che domina la zona a NE della Valsassina. Deve il suo nome al fatto che si trova ai confini di quelli che erano lo stato di Milano, la repubblica di Venezia e la lega Grigione che occupava la Valtellina. I Grigioni se ne andarono poi da Valtellina e Valchiavenna ma si tennero la Bregaglia e Poschiavo.

Descrizione

Dal parcheggio si seguono le indicazioni per i Piani di Bobbio, su un'orribile sterrata che, con le piste di sci, ha devastato l'ambiente. Se la Funivia è in funzione (Orari) conviene servirsene senza rimorsi, risparmiando tra l'altro due ore e ottocento metri di dislivello.
Dai piani di Bobbio si prende a sinistra su sentiero o su interpoderale verso la capanna Grassi.
Si toccano i colli del Cedrino e del Gandazzo, per risalire ripidamente il pendio (sorgente) che porta allo zucco del Corvo, a destra del quale si passa per una cengia esposta (attenzione con neve) che porta al passo del Toro, "tagliato nella roccia, a cavallo di due profondi e dirupati valloni".
La cengia può essere evitata salendo in cima allo zucco del Corvo e scendendo lungo una catena prima del passo del Torno.
Si continua lungamente senza prendere quota sino alla bocchetta di Foppabona da dove si scorge il rifugio.
Ora il sentiero perde quota e con un giro sotto lo zucco Valbona raggiunge la capanna Grassi, m. 1987 (due ore dai piani di Bobbio).
Dal rifugio Grassi si segue il sentiero segnato con il numero 101, seguendo la cresta che dà sulla val Biandino.
Si supera un cimotto con l’aiuto di corde fisse, si raggiunge il “piano delle Parole” (Cartello) detto anticamente “Pian di sass”, si supera una pietra di confine fra lo Stato Veneto e quello di Milano e si raggiunge il bivio per il rifugio Benigni.
Bella vista sulla val Biandino e il lago del Sasso.
Si sale a sinistra, con l’aiuto di corde fisse non indispensabili (si passa ovunque), sino a raggiungere la cresta occidentale da dove si scorge la cima.
In pochi metri si è all’ingresso del “Caminetto” che è un canalino abbastanza appoggiato di facile percorso.
All’uscita con una cengetta e alcune roccette, esposte ma molto facili (corde fisse, tranciate nel 2008 e ripristinate nel 2011) si raggiunge l’anticima, si scende ad una selletta e si sale alla grossa croce di vetta.
Il tagliare catene o corde fisse è una specialità della zona, è avvenuto anche sula direttissima in Grignetta e sul pizzo Trona.
Due ore dal rifugio.

 

Galleria fotografica

© 2021 - Benedetto Lorusso
© 2007 - Benedetto Lorusso
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© 2006 - Benedetto Lorusso
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