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Passo del Ventina, da Primolo

Rita

A cura di:

Ultimo rilievo: 13/07/2009
Lunghezza
0.00 Km
Quota di partenza
975 m
Altezza di arrivo
2675 m
Dislivello positivo
1700 m
Tempo di andata
05h30'
Tempo di ritorno
02h30'
Periodo consigliato

Introduzione

Trattandosi di una traversata e non avendo a disposizione un’altra vettura per il rientro da Chiareggio, è possibile usufruire del pullman di linea che riporta a Chiesa e che percorre, appunto, via Nicolò Rusca. Quando possibile sarebbe comunque preferibile arrivare con l’auto a Primolo, proseguendo oltre il paese fino alla fine della strada sterrata (1350m circa).

Descrizione

Parcheggiata l’auto sulla strada che conduce a San Giuseppe, si incontra a sinistra l’indicazione stradale “Primolo 4 km”. Percorrerla per circa 300 m fino a trovare sulla destra una mulattiera segnalata con strisce bianche e rosse che, attraverso il bosco, conduce a Primolo (1274 m). Appena prima dell’abitato, sulla sinistra sono visibili diverse paline segnaletiche e un sentierino che si alza nel bosco di conifere. Arrivati a quota 1350 voltare decisamente a destra fino a ricongiungersi alla sterrata che arriva da Primolo. In questo punto, sulla sinistra della strada, si trovano diverse paline segnaletiche per le diverse località e per il rifugio Bosio. Seguire invece l’indicazione a destra che indica l’alpe Pradaccio a 50’, poiché questa è la via più diretta. Il sentiero, abbastanza stretto ma comunque comodo e a pendenza costante, mai troppo accentuata, passa sopra l’alpe Prato (1620 m) dove incontra il sentiero proveniente dal rifugio Bosio sulla seconda tappa dell’Alta Via della Valmalenco, segnalata da triangoli di vernice gialla. Il sentiero continua brevemente in un bel bosco di larici fino ad aprirsi su un ampio pianoro dove è situata l’Alpe Pradaccio (1725 m). Superata la radura si prosegue in direzione nord attraverso un bosco di mughi fino all’attacco del canalone di Sassersa, dove la pendenza diventa sostenuta e costante, su fondo sassoso, fino a quota 1960. Il sentiero piega ora a sinistra su fasce di massi portandosi al centro del vallone. Qui è possibile intercettare la traccia di una variante dell’alta via che proviene direttamente dall’Alpe Giumellini e che consente una riduzione del percorso della seconda tappa. Attraversato un corso d’acqua, continuando a camminare su pietre, ci si porta sul lato opposto del vallone fino a raggiungere quella che appare come la soglia terminale della valle. In realtà a quota 2360m il pendio si spiana sulla conca di origine glaciale che ospita i tre laghi di Sassersa, ubicati su quote diverse in minuscoli circhi contigui. Si riprende la traccia a monte del primo laghetto verso il Passo Ventina. Si supera un’ulteriore conca camminando tra pietraie, grossi massi e qualche nevaio fino a raggiungere l’intaglio del passo Ventina, caratterizzato alla sua destra da una roccia a forma di grossa scaglia. Dal passo (2675m) si gode di un panorama grandioso sul gruppo del Disgrazia e sul suo ghiacciaio, nonché sulla splendida Val Ventina, ove è possibile scorgere i tetti dell’alpe omonima, nonché quelli dei rifugi Ventina (bianco) e Gerli-Porro (rosso vivo). Dal passo occorre scendere con cautela il ripido tratto su terreno fine e instabile a destra del nevaio e, ove la pendenza lo consenta, utilizzare i nevai residui per facilitare il percorso. Si scende a 2200 metri puntando alla morena del ghiacciaio che si percorre fino a raggiungere il sentiero che entra nella vallata. Ormai in piano, ma superando ancora qualche tratto roccioso, si perviene all’alpe Ventina e ai due rifugi sopra citati. Davanti al rifugio Gerli-Porro è posto in cartello sul quale è segnalato il percorso del sentiero glaciologico Vittorio Sella, che illustra tutte le fasi del ritiro del fronte glaciale negli ultimi due secoli. Dietro al rifugio parte una comoda mulattiera che in 50 minuti circa porta a Chiareggio. Attraversato il ponte di legno scendere a destra per duecento metri ed a sinistra, al parcheggio, si trova la fermata del pullman per Chiesa. 

Ci siamo stati
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A cura di:

Passo del Ventina, da Primolo
martedì 28 luglio 2009

Passo del Ventina

Nella seconda tappa dell'Alta Via della Valmalenco abbiamo avuto il piacere di condividere il percorso con Ermanno e Rita. La salita al Passo del Ventina è veramente dura, ma al termine dell'ascensione la soddisfazione è stata grande: peccato che per discendere al Rifugio Porro-Gerli ci ha atteso una serie di impegnativi passaggi su nevai. Nel complesso la traversata è molto dura e, per goderla al meglio, va affrontata in stagione avanzata in modo da non dover percorrere i nevai in discesa.

Nella seconda tappa dell'Alta Via della Valmalenco ho avuto il piacere di condividere il percorso con Ermanno e Rita.
La salita al Passo del Ventina è veramente dura, ma al termine dell'ascensione la soddisfazione è stata grande: peccato che per discendere al Rifugio Porro-Gerli ci ha atteso una serie di impegnativi passaggi su nevai.
Nel complesso la traversata è molto dura e, per goderla al meglio, va affrontata in stagione avanzata in modo da non dover percorrere i nevai in discesa.

Nella seconda tappa dell'Alta Via della Valmalenco abbiamo avuto il piacere di condividere il percorso con Ermanno e Rita. La salita al Passo del Ventina è veramente dura, ma al termine dell'ascensione la soddisfazione è stata grande: peccato che per discendere al Rifugio Porro-Gerli ci ha atteso una serie di impegnativi passaggi su nevai. Nel complesso la traversata è molto dura e, per goderla al meglio, va affrontata in stagione avanzata in modo da non dover percorrere i nevai in discesa.
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