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Monte Chaberton

Gianfranco bgf63

A cura di:

Ultimo rilievo: 23/03/2013
Difficoltà
T2
Lunghezza
17.00 Km
Dislivello positivo
1400 m
Tempo di andata
04h45'
Tempo di ritorno
04h00'
Periodo consigliato

Descrizione

E' la prima volta che scrivo sul sito, e per questo ho voluto inserire questa relazione di gita perchè mi è rimasta particolarmente impressa. Fin ora gite ne abbiamo fatte io e Mario, tutte bellissime, ma questa è stata particolare in quanto perchè salendo sulla cima abbiamo incontrato difficoltà che non mi sarei aspettato. Partiti da Alessandria, direzione autostrada per Torino e poi per Bardonecchia. Uscita a Salice d'Ulzio e poi in direzione Sestriere. Arrivati a Cesana Torinese si svolta a destra verso Claviere. Lasciamo l'auto subito dopo l'abitato svoltando a destra una volta passata l'antico posto di frontiera. Ci avventuriamo nel bel lariceto, facendo attenzione alle indicazioni per lo Chaberton, ma siamo in territorio Francese e qui non sono come da noi, non tanto per la lingua, ma solo per il fatto che i cartelli sono rari e non riportano il numero del segnavia. Comunque superato il bosco ci ritroviamo in un bel pianoro erboso, dove vediamo alla nostra sinistra gli impianti di risalita di Monginevro, mentre alla nostra destra ci inerpichiamo verso il colle dello Chaberton. Salendo incontriamo il primo nevaio a circa 2.500 Mt. di altitudine. E' qui che comincia a materializzarsi nella mia testa il pensiero che, forse, incontreremo ancora neve sul cammino. Arriviamo sul colle dello Chaberton. Il cielo è limpido solo con qualche nuvola all'orizzonte, ma il vento che spira è abbastanza fastidioso. Tiriamo un pò il fiato per mezz'ora circa. Con noi altre persone ma, tutto sommato, non siamo in molti. Ripartiamo , pensando che ormai abbiamo gli ultimi 400 mt. di dislivello da superare. Purtroppo sono stati proprio quest'ultimi i più difficoltosi. Il sentiero , o meglio la mulattiera, è ancora coperta di neve abbondante e in molti tratti scompare alla nostra vista. Decidiamo quindi per una salita diretta sul fianco (con molta pendenza) della montagna, aggirando tutti i cumuli di nevai e passando sul pietrisco che ad ogni nostro passo scivola irrimediabilmente all'indietro, riducendo il nostro passo alla metà. Dopo tre ore finalmente raggiungiamo la vetta. La cupola del monte è ancora coperta di neve, ma c'è anche del posto sgombro. Lasciamo gli zaini a terra e ci concediamo un meritato riposo e uno spuntino. Mario vaga tra i ruderi dell'antico forte, mentre io mi crogiolo al sole sui 3100 mt. dello Chaberton, anzi mi addormento proprio, ma prima una bella lavata di faccia con crema di protezione solare. Al mio risveglio le foto di rito e poi cominciamo la discesa, sempre nello stesso modo in cui siamo saliti. Una giovane coppia ci chiede assistenza per la discesa, perchè anche loro non hanno idea da dove passare. Li guardo un pò perplesso: indossano jeans, scarpe basse da ginnastica e non hanno bastoncini da trekking. Come abbiano fatto a salire fin quassù per me è un mistero, e con quell'abbigliamento peraltro !!!! I jeans per le escursioni in montagna sono una tortura, mentre le scarpe da ginnastica sulla neve e su tutto quel pietrisco....... Comunque scendiamo tutti e quattro. Le ginocchia le sollecitiamo allo stremo mentre l'acido lattico accumulato nei muscoli delle gambe ci costringe a soste sempre più frequenti. Erano anni che non provavo dei dolori simili, nemmeno mettendo gli sci o arrampicandomi chissà dove. Arriviamo a Claviere alle sette di sera e al primo bar aperto ci infiliamo dentro a dissetarci, perchè le scorte di acqua sono ormai finite. Ripartiamo alla volta di Alessandria, ma il giorno seguente le gambe reclamano vendetta !!! Un consiglio: Se volete farvi lo Chaberton fatelo tra Luglio e Settembre così da non trovare più neve. Io e Mario l'abbiamo affrontato a metà Giugno, ma il 2012 è stato generoso con le precipitazioni nevose e quando siamo arrivati lì la neve non era del tutto sciolta. Se volete farlo nel periodo come lo abbiamo fatto noi, portatevi almeno i ramponi !!!

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© 2012 -
© 2013 -
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Ci siamo stati
Gianfranco bgf63

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Monte Chaberton

E' la prima volta che scrivo sul sito, e per questo ho voluto inserire questa relazione di gita perchè mi è rimasta particolarmente impressa. Fin ora gite ne abbiamo fatte io e Mario, tutte bellissime, ma questa è stata particolare in quanto perchè salendo sulla cima abbiamo incontrato difficoltà che non mi sarei aspettato. Partiti da Alessandria, direzione autostrada per Torino e poi per Bardonecchia. Uscita a Salice d'Ulzio e poi in direzione Sestriere. Arrivati a Cesana Torinese si svolta a destra verso Claviere. Lasciamo l'auto subito dopo l'abitato svoltando a destra una volta passata l'antico posto di frontiera. Ci avventuriamo nel bel lariceto, facendo attenzione alle indicazioni per lo Chaberton, ma siamo in territorio Francese e qui non sono come da noi, non tanto per la lingua, ma solo per il fatto che i cartelli sono rari e non riportano il numero del segnavia. Comunque superato il bosco ci ritroviamo in un bel pianoro erboso, dove vediamo alla nostra sinistra gli impianti di risalita di Monginevro, mentre alla nostra destra ci inerpichiamo verso il colle dello Chaberton. Salendo incontriamo il primo nevaio a circa 2.500 Mt. di altitudine. E' qui che comincia a materializzarsi nella mia testa il pensiero che, forse, incontreremo ancora neve sul cammino. Arriviamo sul colle dello Chaberton. Il cielo è limpido solo con qualche nuvola all'orizzonte, ma il vento che spira è abbastanza fastidioso. Tiriamo un pò il fiato per mezz'ora circa. Con noi altre persone ma, tutto sommato, non siamo in molti. Ripartiamo , pensando che ormai abbiamo gli ultimi 400 mt. di dislivello da superare. Purtroppo sono stati proprio quest'ultimi i più difficoltosi. Il sentiero , o meglio la mulattiera, è ancora coperta di neve abbondante e in molti tratti scompare alla nostra vista. Decidiamo quindi per una salita diretta sul fianco (con molta pendenza) della montagna, aggirando tutti i cumuli di nevai e passando sul pietrisco che ad ogni nostro passo scivola irrimediabilmente all'indietro, riducendo il nostro passo alla metà. Dopo tre ore finalmente raggiungiamo la vetta. La cupola del monte è ancora coperta di neve, ma c'è anche del posto sgombro. Lasciamo gli zaini a terra e ci concediamo un meritato riposo e uno spuntino. Mario vaga tra i ruderi dell'antico forte, mentre io mi crogiolo al sole sui 3100 mt. dello Chaberton, anzi mi addormento proprio, ma prima una bella lavata di faccia con crema di protezione solare. Al mio risveglio le foto di rito e poi cominciamo la discesa, sempre nello stesso modo in cui siamo saliti. Una giovane coppia ci chiede assistenza per la discesa, perchè anche loro non hanno idea da dove passare. Li guardo un pò perplesso: indossano jeans, scarpe basse da ginnastica e non hanno bastoncini da trekking. Come abbiano fatto a salire fin quassù per me è un mistero, e con quell'abbigliamento peraltro !!!! I jeans per le escursioni in montagna sono una tortura, mentre le scarpe da ginnastica sulla neve e su tutto quel pietrisco....... Comunque scendiamo tutti e quattro. Le ginocchia le sollecitiamo allo stremo mentre l'acido lattico accumulato nei muscoli delle gambe ci costringe a soste sempre più frequenti. Erano anni che non provavo dei dolori simili, nemmeno mettendo gli sci o arrampicandomi chissà dove. Arriviamo a Claviere alle sette di sera e al primo bar aperto ci infiliamo dentro a dissetarci, perchè le scorte di acqua sono ormai finite. Ripartiamo alla volta di Alessandria, ma il giorno seguente le gambe reclamano vendetta !!! Un consiglio: Se volete farvi lo Chaberton fatelo tra Luglio e Settembre così da non trovare più neve. Io e Mario l'abbiamo affrontato a metà Giugno, ma il 2012 è stato generoso con le precipitazioni nevose e quando siamo arrivati lì la neve non era del tutto sciolta. Se volete farlo nel periodo come lo abbiamo fatto noi, portatevi almeno i ramponi !!!
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