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Monte Cerano, da Arzo

giancarloberetta

A cura di:

Ultimo rilievo: 03/05/2009
Difficoltà
T2
Lunghezza
9.00 Km
Quota di partenza
449 m
Altezza di arrivo
1701 m
Dislivello positivo
1424 m
Tempo di andata
03h15'
Tempo di ritorno
01h45'
Periodo consigliato
Esposizione
E W S N NW NE SE SW NNE ENE ESE SSE SSW WSW WNW NNW

Introduzione

Escursione adatta ai periodi di inizio stagione con un dislivello complessivo notevole che si sviluppa su due creste di questa panoramica montagna. La pendenza è quasi sempre abbastanza sostenuta ed il sentiero, ben visibile nella parte bassa, è invece quasi inesistente nella parte alta (sia all’andata che al ritorno) ma allo stesso tempo molto ben segnalato sia dai bolli di vernice sui sassi che dalle numerose paline lungo il percorso. Il panorama è notevole sui vicini laghi Maggiore ed Orta e sulle cime dell’alto Verbano, della Val Grande e sul Monte Rosa. 

Descrizione

Dalla strada asfaltata si stacca, in corrispondenza di una ben visibile palina, il sentiero contrassegnato col numero T6 che sale tra la vegetazione di noccioli e faggi e che guadagna subito quota passando accanto ad alcuni ruderi e superando un primo bivio al quale si svolta a sinistra; salendo sempre nel bosco si arriva alla ben tenuta Alpe del Cech (860 m) e subito dopo si incontra un altro bivio al quale, tralasciata la diramazione che continua in piano, si svolta a destra seguendo sempre le indicazioni per il Monte Cerano. Si passa per l’Alpe del Dino (900 m) e si rimonta ora faticosamente una ripida costola boschiva che presenta qualche breve passaggio in cui bisogna prestare un po’ di attenzione. Superato un altro bivio la pendenza diminuisce un poco e si arriva ai ruderi dell’Alpe Colla (1576 m) oltre la quale si raggiunge, appena sopra, la ben visibile e panoramica cappelletta dell’Alpe Minerola che si raggiunge in breve: qui vale senz’altro la pena di fermarsi un attimo per gustare il panorama che si gode da questa postazione. Ora il sentiero scompare quasi del tutto ma seguendo le numerose indicazioni si continua senza pericolo di sviarsi. Si sale dunque un tratto ripido dove, oltrepassata un’alta croce metallica, al suo termine si arriva sopra un’ampia dorsale che conduce direttamente alla vetta. Sopra di essa si trova una palina mentre la croce si trova appena sotto la cima lungo la cresta che scende verso ovest.
 In discesa si percorre il filo la cresta che dalla croce scende con qualche tratto esposto verso ovest e dopo alcuni saliscendi si abbassa più decisamente sino ad arrivare ad un tratto poco ripido; superato un sentiero che si dirama a sinistra, si giunge ad una ben visibile palina in corrispondenza di un altro bivio (1470 m) dove si svolta decisamente a sinistra: anche qui il sentiero scompare ma si seguono i bolli di vernice sui sassi e le paline lungo il percorso. Il primo tratto è ripido e si svolge su di un versante erboso (prestare attenzione in caso di erba bagnata) ma entrando nel bosco il sentiero risulta evidente e più sicuro e prosegue zigzagando tra la vegetazione superando un paio di altri bivi. Si oltrepassano ora l’Alpe Casere Vecchie (1175 m), la sottostante Alpe Pianello, la più distante Alpe le Motte (1090 m), l’Alpe Pra della Volta (820 m) ed infine si giunge all’Alpe Urcia (717 m); da quest’ultima in breve, lasciando prima una deviazione a sinistra e poi una a destra, si giunge sulla strada asfaltata che si percorre verso sinistra e dopo qualche centinaio di metri si arriva al punto di partenza.

Ci siamo stati