Lago di Ridracoli, dal parcheggio della diga
Accesso
Dall'uscita dell'autostrada A14 di Cesena Nord si imbocca la superstrada E45 in direzione sud. Seguire la superstrada sino a raggiungere l'uscita di San Piero in Bagno. Si attraversa la cittadina e si risale il Colle del Carnaio (SP26) per poi ridiscendere sino a Santa Sofia. Raggiunta Santa Sofia si svolta a sinistra imboccando la SS310 del Bidente. All'altezza di Isola si lascia la SS310 e si imbocca a SP112 sino a raggiungere Ridracoli e, poco oltre, il parcheggio che precede la diga. La strada di accesso alla diga è chiusa al transito per cui la gita parte dal cancello.
Per coloro che arrivano da Bologna conviene uscire al casello autostradale A14 di Forlì ed imboccare la SS310 per Meldola. Raggiunto Santa Sofia si prosegue seguendo l'itinerario sopra indicato.
Introduzione
Itinerario non molto conosciuto ma sicuramente uno dei più significativi da percorrere all'interno del [[Parco nazionale delle Foreste Casentinesi]]. Il percorso ha uno sviluppo considerevole per cui si consiglia di affrontarlo con saggezza. Il Lago di Ridracoli è un lago artificiale nato dopo la costruzione della diga, tra il 1974 ed il 1982 con lo scopo di fornire acqua a tutti gli abitanti della riviera romagnola.
Descrizione
Dal parcheggio ci si incammina lungo la strada di accesso alla Diga di Ridracoli; si oltrepassa il cancello che ne chiude l'accesso al traffico non autorizzato e si procede sulla stradina asfaltata che conduce a La Bacina (488m, 0h10'). Appena dopo il tornante si lascia la strada e si imbocca un sentiero che diparte sulla destra e si inerpica, con una serie di svolte, nel bosco che man mano si dirada sino a raggiungere il culmine del crinale (718m, 0h40'). Si procede ora sul crinale con qualche primo scorcio sul Lago di Ridracoli ed il vallone del Fosso del Molinuzzo. Dopo un primo tratto in salita si abbandona il crinale, raggiungendo i ruderi di Ridondone (759m, 1h00') ed in seguito, con ripida discesa, ci si cala nell'impluvio del Fosso del Molinuzzo (600m, 1h25') che si attraversa con un guado (agevole a seconda del carico d'acqua del torrente). Si risale ora l'impluvio seguendo la sua sinistra orografica per poi lasciarlo risalendo il versante sino a raggiungere il nucleo diroccato di Poderina (720m, 1h45'). Superati i ruderi si supera una breve fascia di conifere per poi rientrare nella splendida faggeta sino a raggiungere un nuovo crinale: dal colmo si discende in breve sino a raggiungere il villaggio disabitato de i Botriali (736m, 2h05'). Lasciati i Botriali si prosegue nello splendido bosco di roverella e faggio, dove non è infrequente l'incontro con il cinghiale. Il sentiero discende sino a raggiungere una pista e, poco dopo, un ponticello per varcare il Fosso Campo della Sega (600m, 2h35'). Superato il torrente si risale nuovamente un versante sino a raggiungere l'amena radura della Seghettina (700m, 2h50'). Lasciata la radura della Seghettina si discende nuovamente verso un altro impluvio, il Dosso degli Altari, che si attraversa con un nuovo guado. Dopo una breve salita si costeggia per un tratto il fosso per poi portarsi verso il culmine meridionale del lago che viene superato con un nuovo guado sul Fosso della Lama (il punto di guado può variare a seconda del carico d'acqua dell'invaso). Si costeggia ora il braccio del lago, a pochi metri sul livello dell'acqua. Si aggira un promontorio, portandosi nel braccio del lago generato dal Fosso del Mulino (554m, 5h30'): superato un ponticello, si inverte definitivamente il senso di marcia ritornando verso il punto di partenza. Il percorso ora è un susseguirsi di saliscendi con splendidi scorci sul lago che si sviluppa sulla sinistra del senso di marcia. Raggiunto un promontorio, proprio di fronte alla Seghettina, si riprende a salire con un lungo diagonale che taglia le pendici del Monte Palestrina. Dove il lago si allarga il sentiero incomincia a scendere sino a portarsi sulla radura ove è localizzato il Rifugio Ca di Sopra (605m, 6h30'). Il tratto finale dell'itinerario conduce ad un dosso di creta e si discende verso il Fosso del Fontanone oltrepassato il quale il sentiero diviene presto una pista, denominata sentiero natura, che si riporta sul bordo lago e, dopo aver superato un paio di gallerie, si raggiunge infine la diga (561m, 7h30'). Si attraversa la diga con il suo muro di oltre cento metri sino a portarsi sulla strada del rientro. Si attraversa una nuova galleria e si discende la stradina di accesso alla diga sino a ritornare al punto in cui la si era lasciata per imboccare il sentiero: da qui in breve si raggiunge il punto di partenza (454m, 8h00').