Laghi dell'Autaret, dal Rifugio Vulpot
Introduzione
Lunghissimo itinerario che si snoda su un antico percorso in uso già al tempo dei Romani: il Colle di Autaret, situato a monte dei laghi, è infatti l'unico valico per la Francia a non presentare ghiacciai e costituiva un passaggio secondario poco frequentato e meno controllato rispetto al vicino Moncenisio. In epoca romana vi passava una strada transalpina di collegamento fra le Gallie, che nel Medioevo era percorsa dalla posta a cavallo. Alcuni studiosi di storia delle Valli di Lanzo sostengono che nel 1578 vi passò la Sacra Sindone, prima di essere trasportata a Torino su decisione di Emanuele Filiberto di Savoia: l'ipotesi è avvalorata dal fatto che in quel tempo la Valle Susa era percorsa dagli Ugonotti e la Valle d'Aosta dai Calvinisti. Durante l'ultima guerra mondiale il valico venne presidiato: sono ancora visibili reticolati, trincee e casermette. I laghi dell'Autaret sono piuttosto estesi e sono i più in quota delle Valli di Lanzo. L'itinerario è consigliato ad escursionisti allenati ed esperti dei terreni di alta quota, poiché talvolta il sentiero è poco evidente.
Descrizione
Costeggiare la sponda destra del lago e, dopo il Rifugio Vulpot ed il nuovo edifìcio dei servizi pubblici, imboccare un sentiero lastricato che con ampie svolte risale un erto pendio. Con una vista eccezionale sul Rocciamelone (3538m) e, sul lato sinistro, della conca del Lago di Malciaussia, si accede al Pian Sulè (2526m, 2h15') dove ad un bivio poco evidente (segni su una roccia) si prosegue verso sinistra e si segue il segnavia che conduce al Colle di Spiol (2600m), passando a mezza costa sotto una bastionata di roccia. Da qui il percorso si fa più ripido e, tra valloncelli delimitati da speroni e gradini di roccia, si entra in vista del lago più in quota (2985m, 4h00'); con 10 minuti di marcia si può raggiungere il Colle dell'Autaret, da cui si gode un magnifico panorama sulla Valle de la Lombarde in territorio francese. Il paesaggio è particolarmente interessante ed insolito per un ambiente lacustre: gli specchi d'acqua giacciono nell'orizzonte nivale (oltre i 2800m) su un terreno roccioso costituito da calcescisti, scarsamente resistenti agli agenti atmosferici e facilmente disgregabili, che danno alla zona un aspetto quasi lunare. La vegetazione è rappresentata soprattutto da alghe e licheni, che conferiscono alle rocce una tonalità di colore diversa da quella originaria.
Discesa
Dal lago superiore procedere in discesa sulla destra, seguendo l'indicazione per il Rifugio Cibrario (parallelamente al sentiero percorso in salita, ma sul lato opposto della bastionata rocciosa), fino ad uscire da una strettoia delimitata da alte rocce. Costeggiare il lago più esteso (2960m) con accanto un altro bacino (2965m); scendendo ancora si raggiunge lo specchio d'acqua più piccolo (2875m). Da qui proseguire e, in prossimità di un bivio, piegare a destra in direzione opposta alla Punta Sulè e alla Lera: costeggiando alcune rocce, si ritorna brevemente sulla via di salita.