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La Rosaiola

maria grazia s

A cura di:

Ultimo rilievo: 05/06/2009
Difficoltà
T2
Lunghezza
0.00 Km
Periodo consigliato

Descrizione

La Rosaiola è una proprietà nata ai primi del '900 dal frazionamento di grandi possedimenti terrieri, appartenenti a nobili o beni ecclesiastici, in virtù di una diversa politica agraria piemontese, che coinvolse svariate aree del Piemonte, compreso il Vercellese; la prima destinazione di quella che è adesso la Rosaiola, fu quella di casa di caccia, per via della abbondante selvaggina presente in certi periodi dell'anno in risaia. Poi l'abitazione subì una terza trasformazione in casa di campagna, e una parte del frutteto divenne uno splendido roseto, che alla fine di maggio apre i suoi cancelli al pubblico dando a tutti la possibilità di godere della splendida fioritura di più di 100 varietà di rose.Nel Maggio 2008 lapertura è per il 24 e 25 Maggio. Dopo aver visitato il roseto, val la pena di proseguire verso il principato di Lucedio. Il principato era sede di un'Abbazia cistercense, una sorta di monastero fortificato, fondato nel 1123 su terreni donati dal Marchese Ranieri di Monferrato ai monaci provenienti da la Ferté. I monaci lavorarono i terreni circostanti, li bonificarono, e introdussero verso il 1400 la coltivazione del riso. L'Abbazia fu soppressa da Papa Pio VI nel 1784, e il principato, con altre grange della zona, passò all'ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Dopo pochissimo tempo cambiò di proprietà per l'ennesima volta, e finì nelle mani di Napoleone prima, e del cognato Principe Borghese, poi; ma non ci rimase per molto, tre altri acquirenti la acquistarono in società nel 1818, salvo poi lasciarla ad uno solo nel 1822, cioè al Marchese Giovanni Gozani di San Giorgio, antenato dell'attuale proprietaria. Nel 1861 fu acquistata dal Duca di Galliera, che divenne Principe di Lucedio per meriti nei confronti dello Stato Italiano. Alla sua morte il titolo ed i terreni passarono al nipote, che li vendette nel 1937 al padre dell'attuale proprietaria. L'Abbazia fu sciolta per ordine del Papa al culmine del suo splendore con l'accusa di satanismo; non è l'unico caso, successe anche all'ordine dei templari, accusati tra l'altro di eresia. Intorno all'Abbazia aleggiano molte leggende; si narra di tunnel sotterranei che qualcuno avrebbe in parte percorso, che la collegavano con luoghi al di fuori delle mura, di una colonna che piange per le torture a cui dovette assistere (in realtà c'è una spiegazione logica: è stata costruita con una roccia più porosa delle altre, le cui fondamenta pescano nel terreno umido e rilasciano umidità), di nebbie vaganti (ma la zona è ricca di fontanili). Al di là della storia particolare e misteriosa dell'Abbazia, resta il complesso, che si specchia nelle risaie allagate della primavera. Non sempre è possibile visitare l'interno, che è privato, ed stato recentemente restaurato con cospicui finanziamenti; il colpo d'occhio è comunque spettacolare. Due note sul Bosco della Partecipanza; è l'ultimo residuo di bosco della pianura vercellese, l'ultimo lembo della foresta che nel III secolo copriva un'area molto più estesa. La selva fu ridotta e bonificata nel medioevo; si è conservata per due motivi - in epoca romana il bosco era parte del Locus Dei (da cui deriva il nome Lucedio), bosco sacro alla divinità e protetto come luogo di culto - il costituirsi in epoca più recente della Partecipanza, ossia della proprietà da parte di tante famiglie per effetto di una concessione del 1200 circa del Marchese del Monferrato Ancora oggi la fruizione del bosco è regolata come nei secoli passati. Ogni anno una zona viene messa in turno di taglio e suddivisa in un determinato numero di aree denominate sorti, a loro volta divise in ulteriori appezzamenti. Questi ultimi sono estratti a sorte tra i partecipanti, ai quali in questo modo verrà assegnata la porzione di bosco nella quale ognuno avrà diritto di abbattere alcuni alberi, salvaguardando così il bosco. L'abbattimento di certe specie, paricolarmente delle quercie a partire dagli anni '50, ha determinato degli squilibri, per cui nel 1991 venne costituita un'area protetta. Qui la robinia non è però riuscita a prendere il sopravvento sulle altre essenze. 

Galleria fotografica

© 2021 - Maria Grazia Schiapparelli
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