I Travès
Introduzione
Questo itinerario è un viaggio nel passato lungo alcune delle vie pedonali che univano le diverse frazioni della valle Cervo quando ancora non esistevano le strade attuali. Alcune delle frazioni erano già abitate all'epoca dei Romani, come Passobreve. Le pedonali vengono chiamate in dialetto "I Travès" e sono state costruite con le pietre della valle, sostenute da muretti a secco, pavimentate con acciottolato o ampi lastroni, con l'abilità e la perizia che ha fatto degli emigranti "valit", usciti dalle Scuole Tecniche di Campiglia Cervo, i migliori costruttori in giro per il mondo. Alcune delle più importanti opere stradali ed idrauliche in Africa, Sud America e Nord America portano la firma dei costruttori locali. I travès percorrevano entrambe i lati della valle; il lato destro (sinistra orografica) volto a Ovest è la Banda Sulìa, versante soleggiato, quello sinistro (destra orografica) volto a Est, è la Banda Veja, letteralmente versante vecchio, con significato di versante in ombra.
Descrizione
Lasciata l'auto, attraversare la strada e proseguire a piedi verso Piedicavallo; incontriamo una bellissima fontana con un lavatoio coperto; poco oltre, su via Crosa, due cartelli indicano, a destra, Rialmosso e Oriomosso. incamminarsi lungo la pedonale, sostenuta da muretti a secco, pavimentata; si incontra una presa dell'acquedotto e oltre, una cascina abbandonata; il sentiero, dopo il primo tratto in salita, è ora quasi pianeggiante; giunti al rio Males occorre scendere a sinistra e guadare sui sassi, perchè la disastrosa alluvione del 5 Giugno 2002 ha distrutto il ponticello. A destra in alto compaiono le case di Rialmosso. Si puo' fare un giro per il paesino e poi tornare sulla strada asfaltata, passare sotto un arco, e dirigersi verso nord, alla frazione Tomati (1700 m di percorso, 101 m di dislivello). La pedonale è a destra dopo il ponte sul rio Males e attraversa in salita la frazioncina; questa pedonale si chiama Virit; fuori dalle case di Tomati si innalza nei boschi di faggi con una serie di tornanti perfetti e mai ripidi fino a raggiungere la parte bassa del paese di Oriomosso (1000 metri di lunghezza, circa 250 m di dislivello). Giunti sulla strada asfaltata che sale dal fondovalle, scenderla per qualche diecina di metri e imboccare a sinistra la deviazione per il Monte Pila, su cui è posta una grossa croce, belvedere sull'intera valle Cervo e le montagne circostanti (10 minuti). A picco sotto il belvedere c'è il cimitero di Oriomosso. Tornare sui propri passi e salire verso il paese lungo la scalinata a destra poco oltre la pedonale da cui siamo sbucati. Oriomosso era il paese più abitato tra quelli della Banda Sulìa. Val la pena visitarlo con calma, addentrandosi sotto gli archi, di fianco agli orti ed alle case costruite in modo perfetto, tutte a più piani e vicine vicine. Scoprirete curiose iscrizioni e antichi affreschi. Attraversare in salita tutto il paesino fino al parcheggio nel suo punto più alto, raggiungibile da una deviazione che parte dalla Panoramica Zegna. Percorrere la strada asfaltata fino alla panoramica (1120 m) e prendere la direzione Biella. Scendere a sinistra lungo la strada, fiancheggiata da boschi di faggi, per un paio di km in totale. Di fronte ad uno slargo, sull'altro lato, in una nicchia scavata nel muraglione di sostegno c'è una fonte (fontana dei Minatori) a cui sovente attingono automobilisti che vengono anche da lontano a rifornirsi qui. Proseguire fino ad un poggio indicato da un cartello con scritta bianca su fondo marrone; scendere pochi metri ed affacciarsi sulla valle Cervo, in dialetto locale, La Bursch nel senso di home, casa. Dal poggio si vedono tante frazioni e villaggi; tra i più riconoscibili, di fronte, il Santuario di San Giovanni d'Andorno, e in basso verso nord l'aguzzo campanile di Campiglia Cervo, oltre, Rosazza, più in alto, Montesinaro (tabella segnaletica con le indicazioni dei monti e paesi più importanti). Riprendere la strada asfaltata e continuare fino a trovare sulla sinistra un paio di vecchie cascine abbandonate, e un prato sottostante. Scendere sul prato tenendosi sul dosso leggermente a sinistra, per tracce di sentiero, fino ad un pollaio sopra la frazione di Sassaia, raggiungibile anche da una successiva strada che si diparte dalla Panoramica Zegna. Quella che vi ho fatto percorrere è una scorciatoia. Anche Sassaia ha le stesse caratteristiche degli altri paesini abbarbicati su questi pendii rocciosi e scoscesi. Attraversata la frazione fino al suo limite inferiore, imboccare la pedonale in discesa fino ad una caratteristica edicola religiosa a tre nicchie: qui a destra parte la pedonale per Campiglia Cervo, a sinistra quella per Quittengo, che seguiremo passando immediatamente davanti a due cascine abbandonate. Scendere fino alla strada asfaltata che collega Campiglia a Quittengo, e raggiuntala, percorrerla verso sinistra: si incrocia dopo un po' la cappella Dom Magnani, si prosegue sempre lungo l'asfalto fino a raggiungere la strada Biella Piedicavallo in prossimità delle cave di sienite della Balma. Immettersi a sinistra e in pochi minuti ritornare all'auto.
- Sentieri del Biellese anno 2005 edito dalla CASB
- Giancarlo e Renza Regis - Camminando nelle valli Biellesi - Libreria V. Giovannacci 1991
Cartografia
- Il Biellese Nord Occidentale, Carta dei sentieri 1:25000, foglio 2, Provincia di Biella, 2004