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Grand Pays, da Fonteil

giancarloberetta

A cura di:

Ultimo rilievo: 30/05/2011
Difficoltà
T2
Lunghezza
20.00 Km
Quota di partenza
1443 m
Altezza di arrivo
2729 m
Dislivello positivo
1295 m
Tempo di andata
04h00'
Tempo di ritorno
03h00'
Periodo consigliato

Accesso

Dall'uscita dello svincolo autostradale A5 di Nus svoltare a sinistra immettendosi sulla strada statale SS26 seguendola per 5,5 chilometri sino a Villefranche de Quart dove, ala rotonda, imboccare la seconda uscita seguendo le indicazioni per Povil. Risalire la stradina per 1,7 chilometri sino ad innestarsi, svoltando a destra,  sulla SR37 per Ville-sur-Nus. Seguire la regionale per 10 chilometri superando i villaggi di Chantignan, Argon, Vignil, Ville-sur-Nus, Porsan, Avisod  sino a raggiungere Fonteil anticipato da un ampio parcheggio 🅿️ gratuito.

[0h28’] - [18,1km]
 Come arrivarci con GMAPS
Come arrivarci con Mappe Apple 

Le indicazioni qui fornite sono state verificate alla data del rilievo dell’itinerario. Prima di partire è opportuno accertarsi che non siano sopraggiunte variazioni sostanziali sul percorso di accesso al punto di partenza. Pertanto,  per ottenere indicazioni stradali aggiornate e dettagliate, consigliamo l’utilizzo delle app per la navigazione satellitare fornite da Google o Apple.

Introduzione

Questa lunga salita compie la traversata di una cima un po’ al di fuori dai consueti itinerari escursionistici con un percorso che si addentra, godendo di un bellissimo panorama, nella bellissima e solitaria Comba Dèche dominata alla sua testata dal Mont Faroma e dove, nella parte alta, è facile incontrare esemplari di fauna alpina. Sino al Collet si cammina su sentieri segnati mentre da esso e per qualche decina di metri di dislivello il terreno si fa più impervio ed esposto con qualche passaggio delicato su terreno infido mentre oltre si procede su una comoda e molto panoramica cresta erbosa anche per il tratto in discesa sino al Col Lèche. Già durante la salita al Collet il panorama si apre sempre più verso le vette meridionali della Valle d’Aosta per diventare poi veramente eccezionale dalla punta: da qui, verso est, si ha un bellissimo colpo d’occhio su tutto il massiccio del Monte Rosa, del Dȏme e della punta Tsan con vicino la vetta del Cervino mentre a nord lo sguardo spazia dal Velan e Grand Combin, al Mont Gelè sino alla Becca Blanchen.

Descrizione

Dal cartello sul piazzale si imbocca la strada asfaltata che attraversa le poche abitazioni e, appena usciti da esse, si ignora una palina con un sentiero che sale a sinistra ed appena oltre si trova un’altra palina all’inizio del sentiero che sale obliquamente alla sinistra; percorse alcune decine di metri di dislivello si incrocia la poderale che si percorre per qualche tornante e poi, seguendo il sentiero, si taglia un paio di volte la strada per riprenderla definitivamente più sopra (1494 m). Ora si continua per un lungo tratto sulla poderale che sale senza eccessiva pendenza tagliando a mezzacosta la fiancata boschiva della montagna. Tenendo la sinistra ad un primo bivio della strada si giunge a quello successivo (1700 m) e ci si alza seguendo la larga mulattiera che si stacca ben visibile sulla sinistra appena prima di una baita; raggiunta di nuovo la strada si continua diritto al bivio segnalato da una palina per la Croce di Fana che sale alla sinistra (1744 m) e, raggiunte le poco distanti baite di Brunier, le si passano sulla sinistra per arrivare nei pressi di un tornante (1839) dove non si sale dal sasso con i bolli segnavia (oltre non c’è alcuna traccia) ma si tiene la mulattiera erbosa di destra. Appena iniziata la mulattiera si arriva ad un caratteristico albero con il tronco arcuato e qui, a sinistra, inizia di nuovo il sentiero (1851 m) che passa di fianco ad un rudere e porta ai pianori superiori dove si ritrova la poderale; questa, rimanendo alla sinistra, immette in un ampio e solitario vallone di pascolo dominato dall’imponente sagoma del Faroma e, percorrendola sino al tornante poco prima dell’alpeggio di Seyvaz, si trova una pietra (2181 m) con alcuni bolli segnavia alla quale si svolta a destra salendo su un sentiero che, con pendenza marcata, percorre la fiancata della montagna ritornando verso la parte aperta del vallone aumentando via via il bellissimo panorama sui gruppi dell’Emilius e della Grivola. Aumentando ancora la pendenza si contorna un costone e, dopo una rientranza di questo, si attraversa una pietraia al termine della quale si arriva al Collet (2516 m) dopo un ultimo strappo un po’ ripido. Dallo stretto intaglio si inizia a salire sulla cresta che si alza alla sua sinistra con i primi metri su una labile traccia che arriva ad alcune roccette che si contornano sulla sinistra con un passaggio esposto; arrivati ad un piccolo intaglio si contorna, ora sulla destra, un secondo affioramento roccioso su zolle d’erba e terreno friabile per un tratto breve ed esposto dopo il quale ci si porta sul filo di cresta che, ora comoda e larga, si alza con buona e costante pendenza. La si percorre rimanendo un po’ sulla destra ad una specie di biforcazione che si trova nella parte alta e, dove si appiattisce un po’, si raggiunge un evidente ometto di pietre che si trova a pochi minuti dalla vetta ch si raggiunge dopo aver superato un breve tratto pietroso.
Per il ritorno si scende dalla parte opposta di salita per il sentiero che, su comoda cresta, perde rapidamente quota e raggiunge il sottostante col Leché (2603 m) dal quale, svoltando a sinistra, si passa tra dossi erbosi e nevai ad inizio stagione; contornando un po’ sulla destra la conca si arriva al torrente che si attraversa e, dopo una breve discesa, si raggiunge una palina (2415 m) poco sopra l’alpeggio di Valchourda dal quale una traccia che si perde un po’ nell’erba scende e raggiunge la poderale. Percorsi un paio di tornanti si riprende la poco visibile traccia che raggiunge di nuovo la poderale nei pressi dell’alpeggio di Seyvaz dove, al tornante poco sotto, si trova il bivio a quota 2181 m e da questo, chiudendo il giro ad anello, si ritorna per il percorso dell’andata. 

Galleria fotografica

© 2021 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
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