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Cima di Verchenca, da Starleggia

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A cura di:

Ultimo rilievo: 12/09/2012
Difficoltà
T3
Lunghezza
0.00 Km
Quota di partenza
1560 m
Altezza di arrivo
2872 m
Dislivello positivo
1312 m
Tempo di andata
03h45'
Tempo di ritorno
02h45'
Periodo consigliato

Accesso

Da Milano a Campodolcino lungo la statale 36; oltrepassati gli ampi piazzali di parcheggio della funicolare per Madesimo, si svolta a sinistra verso Starleggia. Raggiunta la piccola frazione, al termine dell'asfalto si prosegue su buon sterrato per alcune centinaia di metri fino ad uno slargo. Parcheggio senza alcuna difficoltà.

Introduzione

Semplicissima ascensione ai confini con l'escursionismo: la qualità del terreno - instabile e franoso - rendono necessarii istinto ed esperienza nella scelta del percorso e dei singoli passaggi. La causa di ciò è legata alle dismesse attività estrattive di queste cime: in zona si coltivavano 17 cave di pietra da costruzione e il ripetuto uso delle mine ha definitivamente destabilizzato le strutture sommitali (un intero pilastro di roccia è crollato nei primi anni '90 dal vicino Pizzo della Sancia). Molto ampio il panorama, esteso dalla piana di Bellinzona, ai monti dell'elvetica Val Calanca e a tutte le vette della Valle Spluga. 

Descrizione

Dal piazzale di parcheggio 1560m si prosegue sulla pista forestale sbarrata (accesso consentito ai soli consorziati) e la si segue fin quasi al secondo - doppio - ponte (è possibile ed utile usare una scorciatoia sulla destra poco oltre un primo ponte). Alla sinistra della curva che precede i due ponti, una palina ("Valle della Sancia" e "Biv. Ca' Bianca") indica il sentiero da seguire: in breve si raggiungono le soprastanti baite di Morone 1860m e già si individua il proseguimento dell'itinerario. Dalle costruzioni si sale ad una sconnessa mulattiera che taglia il pendio di ontani e rododendri e si porta all'inizio del vastissimo ripiano superiore della valle della Sancia; mantenendosi sul bordo sinistro della valletta percorsa dal torrente, si raggiungono le costruzioni della presa d'acqua della condotta idroelettrica di Campodolcino. Si scende a guadare facilmente il largo corso d'acqua e, sull'altra riva, si ricerca un masso con indicazioni a vernice (nei pressi un picchetto verniciato bianco/rosso): si sceglie la direzione di sinistra e si percorre lungamente il pascolo sassoso del fondovalle. Iniziata le vera salita, fra dossi e vallette, si va ad avvicinarsi al Passo della Sancia 2580m, che si raggiunge da un poco in alto a sinistra: qui iniziano le segnalazioni svizzere e - soprattutto - un inedito sentiero alpinistico (segnali bianco/blu/bianco, senza traccia) in attraversata lungo questo tratto di confine. Si seguono questi segnali verso sinistra finchè, in alto a destra sulla cresta, non risulti visibile un traliccio di legno di una vecchia teleferica: si lasciano i segni e si sale a vista fin sul crinale, dove si raggiungono i resti di una cava 2750m. Resiste al tempo ancora una piccola costruzione aperta, solo per emergenza. Ormai sulla cresta - qui ancora molto ampia - si risalgono faticosamente gli accumuli di blocchi a monte della ex-cava, facendo attenzione ad evitare ampie spaccature del terreno - simili a crepacci ed altrettanto infide -. Scegliendo i passaggi più comodi, si mira ad una sorta di torre di massi impilati che si raggiunge da destra lungo un canalino verticale. A questo punto si è raggiunto il lungo crinale di vetta della Cima di Verchenca 2872m: oltre una curiosa spaccatura verticale a forma di trincea si scala una breve paretina (II) che porta al lastrone culminante.

 Ritorno per la via di andata.

Galleria fotografica

© 2021 - Marco Bonati
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