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Bivacco Resnati, dalla centrale di Armisa

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A cura di:

Ultimo rilievo: 28/10/2010
Difficoltà
T2
Lunghezza
11.20 Km
Quota di partenza
1040 m
Altezza di arrivo
1850 m
Dislivello positivo
810 m
Tempo di andata
02h00'
Tempo di ritorno
01h30'
Periodo consigliato
Esposizione
E W S N NW NE SE SW NNE ENE ESE SSE SSW WSW WNW NNW

Accesso

Da Milano alla Valtellina lungo le strade statali SS36 e SS38; superata la tangenziale di Sondrio si prosegue fino alla località Casacce, deviando a destra poco prima della stazione ferroviaria di Ponte in Valtellina, per attraversare l'Adda sul ponte di Sazzo. Si seguono le indicazioni per Arigna dove - proseguendo lungo il fondovalle - termina l'asfalto: la sterrata ben tenuta prosegue fino al parcheggio del Parco delle Orobie Valtellinesi.

Introduzione

Breve gita che si addentra in una valle quanto mai selvaggia e isolata: a fronte di una quota veramente modesta, ci si trova in un ambiente decisamente alpino, alla base delle vette più alte delle Orobie (Pizzo di Coca 3020 m) e del ghiacciaio più basso delle Alpi (1900 m circa). Tutta la zona, dal punto di vista glaciologico e termografico, viene costantemente monitorata dagli appositi Servizi della Regione Lombardia. La valle è ben nota anche ai botanici per la presenza di endemismi vegetali particolarmente rari. Per quanto riguarda la logistica, è da notare che, nonostante la presenza di segnalazioni a vernice, in caso di scarsa visibilità l'orientamento è veramente problematico; e che, in caso di piene, un torrente può essere di guado difficile o impossibile.

Descrizione

Dal parcheggio nei pressi della Centrale Armisa 1040m si prosegue lungamente sulla pista forestale cementata (passaggio consentito solo ai mezzi autorizzati) che risale a tornanti il bosco umido fino ad alcune baite ristrutturate. Con minore pendenza la traccia prosegue verso una serie di terrazzi a pascolo, ognuno ospitante un piccolo agglomerato di baite. [Mantenere la sinistra all'unico bivio della carrareccia]. Si susseguono le località: Foppe 1275m, Pradasc 1458m e Baite Michelini 1499m: qui la strada finisce e si imbocca - sulla stessa linea - un buon sentiero prevalentemente pianeggiante che, a mezza costa, raggiunge per convergenza il fondovalle. Lasciato a destra - segnalatissimo - il sentiero per il Bivacco Corti e la GVO (Gran Via delle Orobie), si comincia ad affrontare l'ultimo pendio per il bivacco. La traccia praticamente scompare e si prosegue su pascolo sassoso fra gli ultimi residui della boscaglia di ontani. Oltrepassata una grossa croce (commemorativa di una tragedia alpinistica famigliare), le segnalazioni proseguono per la linea di massima pendenza lungo vaghi solchi morenici inerbati. Il Bivacco Resnati 1850m, in caso di buona visibilità, si scorge da lontano, come mezza capanna rossa appoggiata sul fianco destro del masso più grosso al centro della valle. Conviene proseguire verso sudest per pochi passi su di una morena instabile, per poter osservare da vicino l'innocua placca di ghiaccio residua della Vedretta di Marovin, dominata dal Pizzo di Coca e dalle incombenti Cime di Druet.
Ritorno per la via di andata.




 


Galleria fotografica

Bivacco Resnati ©2010 Marco Bonati
© 2021 - Marco Bonati
Le Foppe ©2010 Marco Bonati
© 2010 - Marco Bonati
Pradasc ©2010 Marco Bonati
© 2010 - Marco Bonati
Baite Michelini ©2010 Marco Bonati
© 2010 - Marco Bonati
Il sentiero a mezzacosta ©2010 Marco Bonati
© 2010 - Marco Bonati
Verso il bivacco ©2010 Marco Bonati
© 2010 - Marco Bonati
Vedretta di Marovin ©2010 Marco Bonati
© 2010 - Marco Bonati
Cime di Druet ©2010 Marco Bonati
© 2010 - Marco Bonati
Cascata lungo il percorso ©2010 Marco Bonati
© 2010 - Marco Bonati
Ci siamo stati