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Becca Céré, da Planaval

giancarloberetta

A cura di:

Ultimo rilievo: 25/06/2012
Difficoltà
T3
Lunghezza
10.00 Km
Quota di partenza
1563 m
Altezza di arrivo
2438 m
Dislivello positivo
871 m
Tempo di andata
02h45'
Tempo di ritorno
01h30'
Periodo consigliato

Accesso

Dalla barriera dell'autostrada A5 di Aosta-Ovest tenere la sinistra seguendo le indicazioni per Aosta - Saint-Pierre. Dopo un chilometro, alla rotonda, prendere la seconda uscita per immettersi sulla strada statale SS26. Procedere sulla statale per 4,3 chilometri superando l'abitato di Saint-Pierre sino a raggiungere una nuova rotonda con l'effige del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Prendere la prima uscita e continuare sempre sulla strada statale SS26 per 4,2 chilometri sino a raggiungere Arvier e la sua rotonda dedicata al ciclista Maurice Garin. Prendere la seconda uscita e proseguire su Via Corrrado Gex fino a raggiungere l'abitato di Leverogne, un chilometro più avanti, dove alla biforcazione bisogna tenere la sinistra ed imboccare la strada regionale [SR25]. Risalire la regionale per 9,3 chilometri sino ad incontrare un incrocio: svoltare a destra seguendo le indicazioni per Planaval. Proseguire ancora per 550 metri sino ad incontrare, sulla destra, il parcheggio gratuito 🅿️ di Planaval dove è possibile lasciare l'auto.

[0h27'] - [20,3km]
Come arrivarci con GMaps
Come arrivarci con Apple Maps

Le indicazioni qui fornite sono state verificate alla data del rilievo dell’itinerario. Prima di partire è opportuno accertarsi che non siano sopraggiunte variazioni sostanziali sul percorso di accesso al punto di partenza. Pertanto,  per ottenere indicazioni stradali aggiornate e dettagliate, consigliamo l’utilizzo delle app per la navigazione satellitare fornite da Google o Apple.

Introduzione

La Becca Céré si trova al termine inferiore dello spartiacque che separa il ghiacciaio del Morion dal ramo destro di quello dello Chateau Blanc in Valgrisenche. La sua salita si divide essenzialmente in due parti di cui la prima su comoda poderale sino ad Orfeuille ed evidente sentiero sino alla conca glaciale di Plan Petet, mentre oltre, vista la scarsa frequentazione, la traccia del sentiero si perde spesso con solo alcuni ometti su cui fare riferimento e molti altri che sono caduti. Il percorso riportato su alcune cartine si dirige verso la cresta tra la Becca Céré ed il Mont Cornet per poi biforcarsi e risalire la cresta ovest della Becca ma, allo stato attuale, l’ultimo breve tratto risulta molto aereo (impressionante l’esposizione sul lato Valgrisenche) su terreno friabile ed eroso, per niente banale, ed anche le roccette finali risultano della stessa consistenza; quindi, come descritto si è preferito attraversare sotto la punta e salire la cresta opposta che, anche se un po’ aerea, presenta zolle erbose ben percorribili. C’è da dire che durante la discesa, praticamente sotto la verticale della punta, si trova qualche ometto caduto ed uno grande e ben visibile che portano al canalino che sale direttamente dal grande ometto a quota 2245 m, quindi può voler dire che anche questo è un itinerario alternativo a quello descritto. Per quanto riguarda i panorami essi sono chiusi a nord dalle bastionate rocciose del Mont Orfeuille mentre risultano eccezionali sulla catena di vette che dalla Becca di Tos giunge sino alla Grane Rousse, sulle cime di Chateau Blanc e Doravidi e ad est ci si spinge con lo sguardo sino al Grand Combin.

Descrizione

Dal cartello di divieto si sale per la strada poderale che si alza con qualche tornante dapprima direttamente e poi compie un lungo e panoramico traverso sotto gli imponenti e ripidi versanti del soprastante Mont Orfeuille. Giunti al grande alpeggio di Orfeuille (1995 m) si sale dietro di esso dove si trova l’inizio del sentiero che, d’ora in poi non viene segnato con i bolli gialli, si dirige verso l’alto e ripido costone erboso che lo sovrasta. Con numerose svolte lo si risale faticosamente passando tra numerosi cespugli di rododendri poi, spostandosi un po’ a destra, si passa un piccolo muretto a secco di sostegno al sentiero e si continua, con la pendenza che spiana un po’, sino a raggiungere un grosso ometto di pietre (2245 m). Qui il sentiero si perde un po’ ma, aiutati da qualche labile traccia e da alcuni ometti, si continua diritto in un piccolo avvallamento per poi risalire e discendere in seguito sulla destra alcuni dossi erbosi arrivando nelle vicinanze di Plan Petet. Qui si tiene la sinistra salendo per dossi verso la parte pianeggiante della cresta che scende dal Mont Cornet, passando da un piccolo sasso conficcato su un dosso (2358 m) e successivamente superandone altri si giunge così sullo spartiacque; abbandonando gli ometti che portano a destra si devia decisamente a sinistra per raggiungere l’aerea cresta che conduce alla vetta dove la traccia è quasi inesistente ma, rimanendone prudentemente alla sinistra, si raggiunge un esposto intaglio. A questo punto, una quindicina di metri sotto la vetta, ci si trova di fronte ad un tratto di cresta sottile di terra friabile quasi completamente erosa ed all’ultimo risalto su rocce anche queste di poca consistenza e dall’aspetto molto friabili; qui dunque si è preferito tornare indietro di pochi metri e compiere poi un traverso su terreno ripido ma con buone zolle passando sotto la punta e, dopo aver attraversato una breve zona franosa, riguadagnare subito la cresta dalla parte opposta trovata più comoda della precedente. Ora non resta che seguirla arrivando su uno spuntone erboso che precede la vetta di pochi metri e raggiungerla senza difficoltà.
Al ritorno si riattraversa la zona franosa e poi si scende su terreno inizialmente un po’ ripido, ma con la possibilità di gradinare sulle zolle e sui cespugli, poi la pendenza diminuisce sensibilmente e abbassandosi si punta un grosso ometto di pietre che si raggiunge (2380 m) e da questo si ritorna sul tracciato dell’andata facendo magari una puntatina all’alpeggio di Plan Petet (2292 m) con le sua caratteristiche “crotte”.

Galleria fotografica

© 2021 - Giancarlo Beretta
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Ci siamo stati