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Dom de Mischabel, da Randa

giancarloberetta

A cura di:

Ultimo rilievo: 28/08/2011
Difficoltà
PD+
Lunghezza
22.00 Km
Quota di partenza
1437 m
Altezza di arrivo
4552 m
Dislivello positivo
3101 m
Tempo di andata
10h00'
Tempo di ritorno
06h00'
Periodo consigliato
Esposizione
E W S N NW NE SE SW NNE ENE ESE SSE SSW WSW WNW NNW

Accesso

Dall’Italia si raggiunge la Svizzera dal valico del Sempione o del Gran San Bernardo e, proseguendo sulla strada di fondovalle del Vallese, si seguono le indicazioni per Visp dove si trova lo svincolo per Zermatt e Saas Fee. Giunti a Stalden si trova una rotonda alla quale si devia a destra verso la valle di Zermatt e, proseguendo verso l’alta valle, si arriva a Randa; qui si entra in paese dirigendosi verso la piccola stazione ferroviaria dove si trova un comodo parcheggio coperto (a pagamento) e dove si può lasciare l’auto.

Introduzione

Con questa lunga e faticosa ascensione si raggiunge la più alta vetta situata interamente in territorio Svizzero per suo grandioso versante ghiacciato settentrionale. Non essendoci impianti di risalita bisogna necessariamente partire dal fondovalle ed ogni metro di dislivello si può ben definire sudato sia per le pendenze sempre sostenute sia per lo sviluppo dell’intero itinerario di 23 km circa. Pur essendo, come detto, lunga e faticosa questa salita è abbastanza frequentata con la traccia sulla parte alta del ghiacciaio quasi sempre presente e comunque con itinerario logico ed intuitivo mentre, nella prima parte oltre le grandi morene sopra il rifugio, bisogna affrontare di notte la prima parte di esso che si presenta con molti crepacci ed il cui attraversamento può comportare alcuni zigzag ed attraversamenti su ponti nevosi e dove, in generale, in ogni caso bisogna prestare molta attenzione. Sulle rocce, mobili e su terreno instabile, che si devono risalire per raggiungere il Festijoch si trovano alcune soste su spit che in salita facilitano gli eventuali ancoraggi mentre per la discesa, disponendo di due corde da 50m, si può effettuare un’unica calata in doppia che evita di ripercorrere in discesa questo tratto infido. Dalla vetta il panorama è semplicemente stellare e comprende un giro d’orizzonte eccezionale sulla catena alpina con decine di 4000 che la circondano con bellissime viste ravvicinate su quelli delle vicine valli di Zermatt e Saas Fee; il rifugio Domhütte si trova anch’esso in posizione molto panoramica e si raggiunge da Randa con un lungo e ripido sentiero, in parte attrezzato. Per l’itinerario completo bisogna calcolare almeno 11 ore di salita di cui circa 6 per la parte dal rifugio alla cima mentre per il ritorno si deve mettere in conto che, dopo i 1600 m di dislivello del mattino, bisogna affrontare gli oltre 3100 della discesa.

Descrizione

Usciti dal parcheggio si svolta a sinistra e si sale alla strada che entra nell’abitato trovando subito le paline indicative dell’itinerario; si continua dunque sulla destra e subito al primo bivio si devia a sinistra passando tra le case sino ad arrivare ad una stradina che sale a destra col cartello di divieto di transito e con le indicazioni ben visibili. Imboccata la strada ci si alza tra le ben curate abitazioni del villaggio arrivando davanti ad una grande baita in legno da dove, sulla sinistra, continua il sentiero indicato da un’indicazione in legno; usciti nei pascoli superiori si continua in traverso e ci si avvicina all’alveo del torrente che si attraversa su un ponte di legno (1545 m) oltre il quale, in prossimità di un altro bivio con paline, si continua sulla destra entrando nel bosco. Il sentiero prosegue con buona pendenza guadagnando quota rapidamente lasciando a sinistra il bivio per Gere (1618 m) e poi, oltrepassata una piccola baita, si giunge ad un altro bivio in località Lärchberg (1855m) dove si prosegue diritto seguendo la palina con l’indicazione per l’Europahütte. Ora si continua per un lungo tratto nel bosco salendo con pendenza costante e, dopo aver lasciato alla destra un sentiero in prossimità di una palina, si arriva ad una diramazione chiusa da un cancelletto in legno (2174m) oltre la quale, compiuti alcuni tornanti, c’è l’ultimo bivio al quale si tiene la destra seguendo la paline di colore blu per la Domhütte (2244m). Dopo qualche decina di minuti si lascia a sinistra il sentiero per l’Europahütte per chi proviene dall’alto e ci si avvicina ad una bastionata rocciosa che si aggira alla base e, con pendenza più accentuata, la si risale sulla ripida fiancata erbosa alla destra; ci si avvicina poi, risalendo alcune roccette esposte, ad una piccolo colatoio che si attraversa a sinistra arrivando ad un promontorio erboso e si continua per poco verso una piccolo cresta rocciosa dove inizia il tratto attrezzato (2446 m). Si risale la cresta per qualche decina di metri aiutati da funi metalliche su rocce esposte per poi traversare a sinistra su placche un po’ lisce e andare a prendere un’altra cresta dove, anche qui aiutati dalle funi e da qualche gradino in ferro, si arriva nella sua parte superiore ad una scala metallica abbastanza alta oltre la quale si arriva in breve ad un grande ometto di pietre. Qui finisce il tratto attrezzato dopo il quale ci si immette in una vasta e ripida pietraia che si rimonta su buona traccia rimanendo un po’ spostati verso destra ed arrivati ad un poco pronunciato sperone la pendenza si attenua dopo di che, deviando sulla destra, si arriva a scorgere il rifugio Domhütte che si raggiunge facilmente in pochi minuti (2946 m). Dal rifugio si risale su evidente traccia la corta ma ripida morena alle sue spalle e si prosegue poi in leggera pendenza sulla sua fiancata seguendo qualche ometto di pietre per mettere piede sulla parte bassa del crepacciato ghiacciaio di Festi a circa 3200 m di quota. Da qui si sale con poca pendenza ma bisogna prestare molta attenzione ai numerosi crepacci, anche larghi, che tagliano in perpendicolare il senso di marcia; arrivati ad una zona per così dire più tranquilla la pendenza aumenta e ci si dirige verso il fondo della conca glaciale con la pendenza che aumenta gradatamente e, spostandosi a sinistra, si raggiunge la base delle roccette della cresta sotto il suo punto più basso (3700 m circa). Si risalgono per una cinquantina di metri le rocce, mobili e su terreno friabile, con la possibilità di effettuare qualche sosta sugli spit che si trovano in loco giungendo così al Festijoch (3749 m); da qui si deve scendere il ripido pendio, perdendo una settantina di metri di dislivello, per raggiungere il grande ghiacciaio Hobar e proseguire, passando sotto a grossi seracchi, in lieve pendenza per poi deviare sulla destra risalendo il pendio ghiacciato. Si superano su ponti di neve alcuni grossi crepacci aggirando sulla sinistra una grande seracco e proseguendo, con la pendenza che aumenta gradatamente, si punta verso il fondo della conca glaciale; arrivati poco prima del colle alla sua testata (Lenzjoch) a circa 3950 m si devia decisamente a destra sul pendio che da ora inizia a farsi più ripido e, più o meno direttamente, lo si rimonta su terreno poco crepacciato. Arrivati ad un largo ponte di neve su un grosso crepaccio (4100 m circa) la pendenza diminuisce temporaneamente quindi, con un traverso in leggera pendenza sulla destra, ci si avvicina al successivo pendio ghiacciato; questo, risalito con alcuni larghi tornanti per superare pochi grandi crepacci, conduce ad un colletto dove c’è l’uscita della Festigrat (4430 m circa). Ora si deve affrontare il ripido pendio finale che si percorre pochi metri al di sotto del filo di cresta arrivando in breve alla poco spaziosa vetta dove si trova una croce metallica.

Galleria fotografica

© 2021 - Giancarlo Beretta
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