Eremo di Camaldoli
Introduzione
La storia del monastero di Camaldoli è strettamente legata all'ordine fondato da San Romualdo, che costruì un ospizio nel 1023 a Campo Amabile (poi chiamato Camaldoli). Tra il 1023 e il 1027, San Romualdo edificò l’oratorio di San Salvatore con alcune celle e una struttura a Fontebona.
Descrizione
San Romualdo non scrisse una regola propria, ma raccomandò ai suoi monaci l’osservanza della Regola di San Benedetto, interpretandola attraverso l’esperienza degli anacoreti orientali. Una caratteristica distintiva del santo ravennate fu il connubio tra le due espressioni della vita monastica: l’eremo e il cenobio. Con il passare del tempo, il centro monastico di Camaldoli acquisì crescente importanza come luogo di preghiera e studio, subendo trasformazioni significative nei secoli successivi.
Attualmente, il complesso è composto da tre nuclei principali: la chiesa dedicata ai Santi Donato e Ilariano, la foresteria e il monastero.
La Chiesa
La chiesa medievale fu ricostruita nel Cinquecento e rinnovata tra il 1772 e il 1776. La facciata sobria contrasta con le ricche decorazioni barocche dell’interno. L’edificio, a navata unica, è stato affrescato nel Settecento da Santi Pacini con i Trionfi di San Romualdo e dei Santi Donato e Ilariano. Tra le opere d’arte spiccano dipinti di Giorgio Vasari, realizzati tra il 1537 e il 1540, come la Madonna in trono con il Bambino tra i Santi Giovanni Battista e Girolamo, la Natività e la Deposizione. Quest’ultima costituiva il pannello centrale di una composizione che includeva altre due tavole laterali con i Santi Donato e Ilariano, i Santi Romualdo e Benedetto, e una predella con tredici storie (di cui ne rimangono dieci), raffiguranti i Miracoli di San Donato e scene bibliche.
La Foresteria
La foresteria è la parte più antica del complesso e conserva ambienti medievali, come la cappella dello Spirito Santo e il chiostro di Maldolo, risalente al XII secolo. L’ingresso è decorato dallo stemma camaldolese, rappresentante due colombe che si abbeverano allo stesso calice. Nella Sala delle Accademie, chiamata anche "del Landino" e caratterizzata da un soffitto ligneo del 1460, si tenevano dispute letterarie e scientifiche tra umanisti, poi raccolte e pubblicate da Cristoforo Landino. Tra i partecipanti vi erano personalità di spicco come Marsilio Ficino, Leon Battista Alberti, Lorenzo il Magnifico e Mariotto Allegri, priore generale dell’Ordine. La foresteria si sviluppa intorno al quattrocentesco Chiostro dei Fanciulli, costruito da Ambrogio Traversari.
La farmacia del monastero conserva eleganti scaffali in noce intagliato, risalenti al 1543, oltre a vasi di ceramica dei secoli XVI-XVIII e contenitori in vetro. Sopra la farmacia si trova il refettorio, completato nel 1609, decorato con una tela del Pomarancio raffigurante Gesù ristorato dagli angeli (1611).
L’Eremo
Salendo verso l’Eremo si incontrano la quattrocentesca Cappella della Madonna della Neve e la Cappella di San Romualdo. L’Eremo ha mantenuto quasi intatta la struttura originaria progettata da San Romualdo, con celle disposte a ventaglio attorno alla Laura. Alla fine del viale centrale si trova la Cappella del Papa, costruita intorno al 1220 e successivamente inglobata nella biblioteca realizzata nel XVII secolo.
La chiesa di San Salvatore Trasfigurato, voluta da San Romualdo, è stata rinnovata più volte. L’edificio attuale risale alla fine del Seicento, mentre la facciata, incorniciata da due campanili simmetrici, fu completata nel 1714. All’ingresso si trova un nartece, separato dalla navata unica da un’iconostasi lignea intagliata e dorata (1659-1669). Tra le opere d’arte spicca una terracotta invetriata della bottega di Andrea della Robbia, raffigurante la Madonna con il Bambino tra i Santi Romualdo, Maria Maddalena, Giovanni Battista e Antonio Abate (ultimo decennio del Quattrocento).
Sul lato destro del nartece si trova un dipinto di Giovan Battista Naldini (1575 ca.), che raffigura la Madonna con il Bambino tra i Santi Benedetto, Romualdo, Gerolamo e Lucia. Altre opere di rilievo comprendono una pala d’altare del 1593, raffigurante il Cristo crocifisso tra i Santi Pietro, Paolo, Romualdo e Francesco d’Assisi, e il soffitto affrescato con episodi della Vita della Madonna (1680). La sala capitolare, situata accanto alla navata, presenta un soffitto cinquecentesco a finto intarsio, mentre nella sagrestia sono conservati paramenti e arredi liturgici dei secoli XVII-XVIII, insieme alla cattedra pontificale intagliata da Luca Boncinelli e Antonio Montini (1669).