“Col mio pennello ho segnato vie secolari”: Gianni Fantonetti ha passato il tempo libero a conservare la montagna che ama in Valle Anzasca
Dopo trent’anni di onorato (e gratuito) servizio, ha appeso il pennello al chiodo.
Gianni Fantonetti non è un pittore, ma un «sentierologo», nel senso più nobile e concreto del termine, poiché ha trascorso il tempo libero a segnare i sentieri della val Baranca e della valle Olocchia, marginali e solitarie. Le montagne sopra Bannio sono state la sua casa. Le conosce meglio di tutti, avendole centellinate nel suo lungo peregrinare su è giù per le cime, in verità non molto gettonate dagli escursionisti, salvo il Pizzetto che da alcuni anni è frequentatissimo in tutte le stagioni per il panorama di prim’ordine anche se non tocca i 2000 metri di quota.
Il valico più battuto è il Col d’Egua, fra Baranca e Carcoforo, dove Gianni Fantonetti ha prestato la sua opera anche per la realizzazione di un piccolo e prezioso bivacco, come aveva fatto in passato anche per quello di Scarpignano, poi smontato e riedificato al passo Riale dai volontari di Anzino.
«Sono sempre partito prima dell’alba, in compagnia del cestello con gli attrezzi necessari, della fedele cagnetta e qualche volta di mia moglie», racconta.
Non solo vernice e pennelli, ma anche il falcetto poiché la manutenzione della rete sentieristica si coniuga con la pulizia della ramaglia che avanza inesorabile, cancellando anche le tracce secolari degli alpigiani. Montagne del silenzio, quelle della valle Olocchia, al confine con la Valsesia.
«E soprattutto valsesiani sono i pochi che ho incontrato, sempre gentili nel ringraziarmi per il mio lavoro».
Più forte dei vandali
Ha collocato oltre cento cartelli e piantato decine di paline. Tutte trasportate in spalla, senza mai usare l’elicottero, magari caricandosi anche il cemento per assicurare dei basamenti solidi. Più di una volta ha trovato i cartelli sforacchiati da fucilate. Pazientemente li ha rifatti e ricollocati.
«Loro si divertivano a fare i vandali e non capivano che per me il divertimento era quello di riposizionarli». Qualcuno lo criticava poiché tracciava troppi segnavia. «Ma in certe zone è meglio abbondare poiché se arriva la nebbia è facile perdere l’orientamento». Per tanti anni membro attivo del Gruppo escursionisti della Val Baranca, ora ha passato la mano ai giovani, con la doverosa gratitudine espressa dal nuovo presidente Giovanni Pozzoli, altro grande appassionato delle montagne di casa.