Ferrata della Sacra

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massimo
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Data rilievo: 
26/04/2009
Quota di partenza: 
562 m
Quota di arrivo: 
962 m
Dislivello: 
400 m
Tempo di salita o complessivo*: 
4h00'
Tempo di discesa: 
1h30'

Introduzione

Un suggestivo connubio tra outdoor e storia: la Ferrata della Sacra "Carlo Giorda" ci permette di praticare una via abbastanza impegnativa senza difficoltà insormontabili e al contempo ci consente di godere e respirare un'aria di storia millenaria, tra le pietre che compongono l'imponente edificio della Sacra di San Michele.

Descrizione

A pochi metri dal parcheggio ci si imbatte subito con la partenza del percorso ferrato: un pannello esplicativo descrive le difficoltà che si incontreranno, la durata del percorso e l'attrezzatura necessaria.
Ci si incammina subito tra le prime rocce e, dopo aver incontrato una croce in cemento, ci si aggancia alle funi della ferrata. Un primo particolare è il materiale plastico di rivestimento delle funi di acciaio: ottima idea! Il primo tratto di ferrata è relativamente semplice e, spesso, permette di rilassarsi un po' alla vista della lontana sagoma della Sacra all'orizzonte. La roccia è buona, a volte alcuni appigli sono un po' lisciati ma in generale rende piacevole il percorso. Si risale quindi un primo tratto ove si prende quota leggermente sino a raggiungere una "cresta" che sul lato sinistro discende su delle cave usate per l'estrazione di pietre.
Si prosegue nuovamente su placche inclinate iniziando ad incontrare le prime asperità: dopo uno scalino si compie un breve traverso verso destra che conduce ad un piccolo camino che conduce ad un piccolo ripiano ricco di alberelli che occludono un po' il passaggio.
Si riprende la roccia con un altro piccolo strappo, ricco comunque di appigli extra, per poi proseguire su un tratto discretamente verticale sino a raggiungere un nuovo ripiano: un po' di rifiato e qualche scorcio sublime sulla Val di Susa e si riprende l'ascensione. Il tratto successivo non presenta troppe ostilità, la salita procede su roccia ben appigliata ed breve si completa il primo "step" della via: dopo circa 1h45' si raggiunge Pian Cestlet, piccolo ripiano da cui diparte il primo sentiero da considerare come via di fuga.
La salita riprende con la seconda parte dell'itinerario; superato una piccola fascia boschiva, si compie un lungo traverso (senza eccessive difficoltà) che sposta decisamente l'asse di percorrenza senza guadagnare metri di dislivello. Al termine del lungo traverso si svolta a sinistra e si riprende a salire un bel tratto di roccia rossastra che prosegue verso una bella fessura. Si raggiunge uno dei pochi passaggi impegnativi, l'intaglio, che viene superato con un paio di passi un po' fisici; poco sopra una breve diagonale verso sinistra si rivela un po' più impegnativa di quanto ne dia l'aria: sono presenti molti appoggi sulla roccia che consentono di non sprecare energie alla ricerca di sfruttare i pioli (leggermente distanti tra loro). Si raggiunge quindi il "Saut di Cin", salto del cane: secondo punto di uscita (3h00').
L'ultima tranche di percorso non presenta particolari asperità, si supera la cengia appunto detta "U Saut du Cìn" e si attraversa in un tratto roccioso che ormai ha perso totalmente di verticalità. Le vestigia della Sacra sono ormai in vista e si raggiunge il termine della via ferrata (3h15'). Proseguire sul sentiero che costeggia il lato occidentale della Sacra sino a confluire su di una stradina che conduce in pochi minuti alla Sacra di San Michele (3h30').
Per la discesa si consiglia di percorrere il sentiero che conduce a San Pietro ed in seguito raggiunge Sant'Ambrogio di Torino (1h45'): da quest'ultimo si percorre la stradina comunale sino al punto di partenza (2h00').

Galleria fotografica