Ferrata del Crête Sèche

Ritratto di gian
gian
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Quota di partenza: 
1 696 m
Quota di arrivo: 
3 050 m
Dislivello: 
1 354 m
Tempo di salita o complessivo*: 
5h30'
Tempo di discesa: 
3h00'

Introduzione

Più che una ferrata questo itinerario è una bellissima passeggiata tra terra e cielo a cavallo della cresta che separa la valle di Bagnes (Svizzera) dal vallone di Crête Sèche. Le difficoltà tecniche si riducono a pochissimi gradini e alcuni passaggi esposti. Il paesaggio è davvero superbo, ricco di cime aguzze e ghiacciai, ai piedi dei quali si cammina immersi in un ambiente selvaggio, lontano da ogni traccia di civiltà.

Descrizione

Da Ruz (1696 m) si parte accanto ad un casotto toilette con fontana, si oltrepassa il paese su sterrata fino al terrazzo erboso dell'Alpe Promot (1853 m). Si prosegue ora fra abeti e larici, si va oltre la presa di un acquedotto e, dopo alcune svolte, si oltrepassa il torrente della Comba di Vertosan, fino a giungere all'Alpe Berrier (2192 m). In alternativa, poco prima del torrente, si può prendere l'evidente sentiero che conduce ad una grossa croce di legno, poco sopra l'Alpe Berrier. Si obliqua ora a sinistra in leggere pendenza ed, improvvisamente, si vede spuntare il tetto del Rifugio Crête Sèche (2390 m) che si raggiunge nei pressi del costone finale del Monte Crête Sèche. Nei pressi del rifugio è ben visibile il bivacco Spataro posto sopra un salto di rocce.
Si procede ora lungo un ripido sentiero fra sassi ed erba, ed evitando un piccolo nevaio. La salita al bivacco Spataro termina al bordo del ripiano acquitrinoso del Plan de la Sabla, confinato fra la parte alta della costiera dell'Aroletta e le pendici Ovest del Monte Berlon. Si procede sulla sinistra orografica dei torrenti della piana fino a giungere ad alcune pietre di guado, si passa sul lato destro orografico e ci si dirige verso lo sbocco del canalone che accoglie le acque di fusione del ghiacciaio dell'Aroletta. Si oltrepassa un modesto nevaio e, seguendo gli ometti, fra sfasciumi e rocce rotte, si arriva con percorso ripido e faticoso alla croce del Col du Crête Sèche (2899 m). Nei pressi del colle vi sono anche un caratteristico ricovero, utilizzato nel passato dalle guardie di frontiera, ed un grosso ometto in pietra. Al di là, sul versante svizzero, è ben visibile il Glacier de Crête Sèche.
Dall'ometto alto un paio di metri che si trova sul colle di Crête Sèche ci si dirige verso ovest lungo la cresta fino ad incontrare l'inizio della ferrata. I cavi in acciaio inox partono dalla base del primo dei numerosi piccoli rilievi che segnano la linea spartiacque e culminano con i Dents d'Oyace (Ayatse). Ai tratti attrezzati si alternano brevi tratti di sentiero lungo i quali si aprono piacevoli scorci sui due versanti delle alpi. Volgendo lo sguardo a sud, alle spalle del Plan de la Sabla si vedono il Mont Faroma, la becca di Nona di Valpelline con sulla destra il vallone di Verdona e poi la doppia punta della Tsaat à Etsena. In secondo piano, in lontananza fanno capolino la Tersiva e l'Emilius. Dall'altra parte della cresta si apre la valle di Bagnes in fondo alla quale si staglia sullo sfondo dei ghiacciai la Pointe d'Otemma. Dopo aver percorso alcuni saliscendi e i pochi gradini con in quali è stata attrezzata questa piacevole traversata in cresta si raggiunge la base dei Dents d'Oyace (Ayatse) che si stagliano affilati contro il cielo. Si attraversa sulla sinistra poco sotto la punta con davanti agli occhi il ghiacciaio dell' Arolletta dominato dalla becca Faudery e poi si scendere un mammellone di roccia dove termina la ferrata.

Discesa al rifugio Crête Sèche

Dal colle di Oyace (Ayatse) si scende verso il fondo del vallone su tracce di sentiero fino ad arrivare al torrentello che nasce dal ghiaccio dell'Arolletta. Lo si attraversa e percorrendo il sentiero a tratti scosceso che scende al Plan de la Sabla si raggiunge prima questo ampio pianoro alluvionale e poi il bivacco Spataro. Di riattraversa il torrentello passando sulla sinistra orografica del vallone e percorrendo il facile sentiero si raggiunge in breve il Rifugio Crête Sèche.

Il colle di Crête Sèche, come la Fenêtre Durand, è stato per lunghi anni uno dei luoghi di transito dai contrabbandieri che con le bricolle trasportavano a spalle le sigarette dalla Svizzera all'Italia. Riporta Pietro Giglio nel suo libro “Andar per sentieri in Valle d'Aosta” che più di un montanaro in quegli anni riuscì a mettere su casa con i guadagni illeciti di tale traffico.

Autore

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Bibliografia

Cartografia

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