Rifugio Margaroli

Ritratto di giancarloberetta
giancarloberetta
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Quota di partenza: 
1 419 m
Quota di arrivo: 
2 194 m
Dislivello: 
775 m
Tempo di salita o complessivo*: 
2h45'
Tempo di discesa: 
1h45'

Introduzione

Il rifugio, costruito su di una piccola altura nei pressi del Lago Vannino dalla sez. SEO CAI di Domodossola, è stato inaugurato nel 1980 e ricorda la Guida alpina ossolana Eugenio Margaroli.

Descrizione

Dalla strada principale si scende al piccolo parcheggio situato in basso nel villaggio in riva al fiume Toce ove si può lasciare l’auto (eventualmente c’è uno spiazzo con la palina segnaletica anche prima di scendere al villaggio). Ci si incammina verso le ultime case dove sono ben visibili le varie paline segnaletiche e si inizia a salire dapprima per una comoda mulattiera e, dopo un centinaio di metri, si devia a sinistra per un evidente sentiero (cartello indicatore “Vannino”). Si prosegue sempre verso ovest passando per un bosco di faggi e conifere e, salendo a mezza costa, si arriva a riprendere la mulattiera (0h30') che si abbandona subito per l’evidente proseguimento del sentiero il quale si diparte a sinistra ancora nel bosco che d’ora in avanti si arricchirà anche di bellissimi cespugli di rododendro. Dopo un’ora o poco più di cammino si giunge all’arrivo della seggiovia (1750m circa) che parte dalla frazione di Valdo e si prosegue per la sterrata (paline segnaletiche) che d’ora in avanti ci accompagnerà sino al rifugio. Si prosegue per un primo tratto quasi pianeggiante, si sale poi a stretti tornanti con pendenza più accentuata sulla destra del valloncello, nel quale si può vedere nella sua parte centrale in basso l’alpeggio di Underbech, per arrivare nella sua parte alta alla destra di una larga parete di roccia nerastra. Ora la pendenza diminuisce e si prosegue verso l’evidente Punta d’Arbola (Ofenhorn) costeggiando alcune pareti sulla destra attrezzate con spit e, poco più avanti, si lascia sulla sinistra il sentiero per il vicino rifugio Myriam (gestito dall’ACLI di Milano). Si oltrepassa una cascata sulla sinistra del valloncello in fondo del quale, dopo l’ultima curva, si vede in lontananza su di un piccolo promontorio al termine dell’ampio pianoro la bianca costruzione del rifugio e al quale si giunge ora in poche decine di minuti. Da questo si può vedere l’esteso lago Vannino nella conca delimitata al suo fondo dai Pizzi della Satta e dal monte Minoia e, dalla parte opposta, appena sotto il rifugio l’alpe Vannino. Durante l’avvicinamento e nei pressi del rifugio si possono vedere molte marmotte.
Il ritorno avviene per la medesima via dell'andata (1h45').

Per la salita si può, volendo, usufruire della seggiovia che parte dalla frazione di Valdo e che rimane aperta solo qualche ora il mattino presto ed il tardo pomeriggio, accorciando così il dislivello di poco più di 300 metri.

Autore

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Bibliografia

  • Renato Armelloni, Alpi Lepontine, Guida dei Monti d'Italia, CAI-TCI, 1986

Cartografia

  • IGC, Domodossola e Val Formazza, scala 1:50.000
  • Guide Kompass – Domodossola n.89