Scompare Jean-Christophe Lafaille

Giovedì, 26 Gennaio, 2006 - 12:00
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Jean-Christophe Lafaille from www.everestnews2004.com

Il 26 gennaio 2006, lo scalatore francese Jean-Christophe Lafaille scomparve sul Makalu nel tentativo di raggiungere la cima nella prima scalata invernale al Makalu.

Jean-Christophe Lafaille : ALPINISTE
"Quand on aime la montagne, on accepte qu'elle soit la maîtresse des règles"
(quando si ama la montagna, si accetta che sia lei a dettare le regole)

Con queste semplici ma dure parole si apre il sito web di Jean-Christophe Lafaille il 1° febbraio 2006, il giorno cioè in cui la sua compagna parte per il Nepal per radunare gli effetti personali del celebre himalaysta francese. Sorvolerà i nevai del Makalu per dire addio ad un grande uomo ed al padre dei suoi figli.
Jean-Christophe Lafaille era partito il 7 dicembre 2005 da Chamonix per tentare un'altra delle sue incredibili prime assolute: la scalata invernale, in solitaria ed in stile alpino del Makalu (8463 m). Lo hanno accompagnato fino al campo base solo un cuoco ed i suoi due aiutanti, tutti nepalesi.
Le condizioni di salita si sono rivelate ovviamente estreme, soprattutto a causa del vento, che oltre i 7000 m di quota raggiungeva velocità stimate intorno ai 140 km/h .
Secondo quanto da lui segnalato l'8 gennaio 2006, la variante « Messner » appariva completamente libera dalla neve; l'itinerario "dei francesi" sembrava meglio, anche se piuttosto secco, e la cresta sommitale non presentava eccessive cornici.
Qualche giorno al campo base per recuperare e per aspettare una "finestra" di bel tempo e poi il 24 gennaio di nuovo su, per il tentativo alla cima, condotto con la sua consueta tattica della velocità.
Da allora in poi il silenzio. Il 31 gennaio un elicottero ha avvistato la sua tenda a circa 7600 m di quota, ma dell'alpinista francese nessuna traccia, nemmeno più in alto lungo la via di salita. Da qui la decisione dei suoi amici e familiari di abbandonare ogni speranza e di considerarlo caduto in un tentativo di ascensione ai limiti delle possibilità umane.
Inalto saluta la memoria di un alpinista dalle straordinarie qualità tecniche e ed umane.
Come appare chiaro da quanto si legge di lui, la sua morte in azione era una eventualità che egli aveva preso in considerazione. Anche per questo motivo scalava in solitaria: per non coinvolgere più nessuno nella sua vita al limite del possibile.
Non sapremo mai se se ne è andato per sfortuna o per aver osato troppo. Di certo ora ha il suo posto nell'eternità dei grandi.